Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
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1983
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457
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Lo Stato nazionale romeno e l'Italia 457
si sa ancora nulla di preciso scriveva Por a Jàszi in una lettera del 30 novembre 1918 dei prìncipi che seguite e di ciò che intendete di realizzare; va senza dire che ciò danneggia enormemente la posizione morale e l'assestamento dell'Ungheria nella famiglia delle nazioni . *o)
Come si vede, gli Ungheresi che avevano udienza presso Zanotti-Bianco e difendevano gli interessi dell'Ungheria sulla sua rivista erano socialisti di sinistra e furono essi a suggerire anche le pagine che allo smembramento dell'Ungheria dedicò l'ultimo numero della Voce dei Popoli. UI> L'articolo La tesi ungherese non faceva altro che riferire quanto affermato ufficialmente da parte magiara. Le pretese di Romania, Serbia, Cecoslovacchia e Austria venivano definite insostenibili : se esse si fossero realizzate il 51,7 per cento di tutta la popolazione [della vecchia Corona di Santo Stefano, Croazia e Slavonia escluse] sarebbe sottomessa a dominazione straniera incrociata. In particolare riguardo ai Romeni si sottolineava che erano guidati non dallo spirito democratico dei Cecoslovacchi, ma da hohenzollerismo e boiari che temono la democrazia . Di fronte all'intricatissima situazione etnografica e linguistica lo smembramento dell'Ungheria era impossibile, anzi foriero di nuovi irredentismi pericolosi alla pace del mondo ; esso mettendo inevitabilmente grandi territori con popolazioni magiare sotto sovranità straniere, aumenterebbe lo sciovinismo ungherese e per reazione anche il nazionalismo dei popoli confinanti . In cambio da Budapest si offriva l'uguaglianza delle nazionalità attraverso la creazione di unità amministrative di tipo cantonale con pieno rispetto dei diritti delle minoranze (incluso l'uso della lingua materna a tutti i livelli) e il controllo della propria spesa culturale da parte di ciascuna nazionalità. Queste potrebbero mantenere rapporti anche con i loro membri viventi entro i confini di un altro Stato. In definitiva i Magiari... non vogliono essere oppressori, ma neppure oppressi . Anche l'unità economica dell'Ungheria era accampata come argomento contro lo smembramento: Dopo tutto l'unità territoriale millenaria non poteva essere frutto di un puro caso di combinazioni o solo di coercizione . Il Governo magiaro chiedeva dunque il plebiscito sotto il controllo delle Potenze vincitrici (molte nazionalità non magiare si sentono ungheresi) e di non creare una nuova Balcania nell'Europa centrale, di non creare una serie di staterelli preparantisi continuamente a guerre economiche e politiche , bensì uno Stato politicamente simile alla Svizzera e dal punto di vista economico agli Stati Uniti d'America, cioè un'associazione fra i giovani Stati democratici ora sorgenti senza barriere doganali, con finanze comuni e viventi in pace fra di loro ed il resto del mondo .
Il più breve articolo Lo smembramento dell'Ungheria sembra riportare
Jészi e al direttore della Biblioteca municipale di Budapest, Szabo, che era anche presidente della Società di sociologia. La rivista di sociologia diretta da Jószi aveva pubblicato inoltre diversi studi sull'Italia e l'uomo politico ungherese aveva perfino affermato che intendeva ritirarsi a vivere nella nostra penisola perché amava e apprezzava i pregi incomparabili della bontà e finezza d'animo del popolo italiano . Inutile dire che il tono di Por era quello tipico della captai io benevolentiae.
*>> ANIMI, Carte Zanotti-Bianco, b. 13, fase. 52, Por a Z.-B., 30 novembre 1918.
131) L. VALIANI. La politica delle nazionalità cil.. p. 37: La Voce dei Popoli, I. 12, marzo-maggio 1919, pp. 298-306.