Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
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1983
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Francesco Guida
nia) e del 1913 (Gli Albanesi, i Macedo-romeni e gli interessi d'Italia nei Balcani).137* Rifacendosi ad alcune dichiarazioni ufficiali sia di rappresentanze dei Romeni di Macedonia, sia della colonia aromena vivente in Romania (Uniti all'Albania, cui ci accomunano legami di buon vicinato e di pacifico e proficuo consorzio, noi saremo serbati alle nostre sorti nazionali; incorporati alla Grecia, noi saremo inesorabilmente destinati a scomparire ), De Luca propugnava l'idea di riconoscere un'ampia autonomia alla regione del Pindo e di Zagori unita politicamente all'Albania (cosa che poi non avvenne) e posta sotto la protezione dell'Italia. Non mancava infatti un richiamo molto strumentale alle origini latine degli Aromeni e all'orgogliosa autonomia che per molti secoli avevano serbato benché stretti tra popoli più numerosi e forti. "
Per quanto riguarda altre espressioni della pubblica opinione, va sottolineato infine l'interesse con cui fu valutata la discussa figura di Alexandru Marghiloman, l'uomo che firmò la pace di Bucarest e amministrò la momentanea sconfitta romena. Una lunga nota del Messaggero giudicava il suo governo una delle cose più turpi che la guerra abbia prodotto e lo paragonava a Ferdinando di Coburgo, Radoslavov, Enver e Talaat, cioè ai politici che in diverse regioni d'Europa avevano scelto l'alleanza con i Tedeschi. Ma costoro, almeno proseguiva il quotidiano romano avevano legato la loro sorte a quella di un'impresa brigantesca dalla quale speravano largo bottino: fallita l'impresa, mancato il bottino, era logico che la banda si sperdesse pei boschi, cercando di evitare in ogni modo i carabinieri. Criminali di bassa statura, essi meritano almeno l'attenuante della loro inferiorità. Marghiloman ha fatto di peggio. Nell'ora triste e dolorosa in cui la sciagura si abbatteva sulla Rumenia, costui non ebbe altro pensiero che quello di mettere a servizio degli aguzzini e dei carnefici della sua patria la considerabile forza dei suoi odi e dei suoi rancori. Sotto il suo ministero il nobile Parlamento rumeno divenne l'anticamera della Kommandatur di Mackensen, la legislazione non fu che persecuzione ai patrioti, l'attività ministeriale non fu che opera di bassa polizia contro gli uomini insigni che avevano condotto la Rumenia alla guerra . ,39> Un giudizio, dunque, piuttosto pesante che, quanto meno, non teneva presente il voto per la neutralità che Marghiloman diede nel Consiglio della Corona del 16 agosto 1914. In quel Consiglio tenuto a Sinaia, nella residenza estiva del Re era ancora Carol, poi scomparso il 10 ottobre dello stesso anno l'uomo politico conservatore, considerato da tutti tedescofilo, aveva dichiarato: Certo, gli Stati devono osservare la loro firma. Se il testo del trattato14m ci obbliga, allora dobbiamo prendere le armi e rispettare questo trattato. Ma, per quanto ne so, il trattato non ci obbliga all'azione. D'altra parte, dobbiamo tener conto dell'opinione pubblica; questa
137) B. DE LUCA, Gli Aromeni net nuovo assetto balcanico, Roma. 1919; ma si veda supra, in particolare la nota 85.
13 Ivi, p. 22.
39) // Messaggero, 12 dicembre 1918.
140) Si faceva riferimento ovviamente al Trattato di alleanza con l'Austria-Ungheria siglato nel 1883 e poi ripetutamente rinnovato. A tale Trattato avevano aderito, come vi è stato già modo di ricordare, la Germania e l'Italia, tanto che esso veniva a essere un completamento della Triplice Alleanza.