Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
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1983
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Lo Stato nazionale romeno e l'Italia 461
è contraria a una guerra a fianco della Triplice Alleanza. Questa guerra sarebbe un'offesa al sentimento nazionale . I41>
Benedetto De Luca, invece, su // Tempo era di tutt'altro avviso rispetto al suo collega del Messaggero: Non siamo ingiusti scriveva coll'ultimo uomo politico ligio ai Tedeschi. La storia dirà che questo neutralista incallito, questo impenitente ammiratore del pugno alemanno, questo scettico e sfiduciato estimatore delle virtù native e incoercibili della sua razza, il quale ha consentito a trattare col Tedesco non si sa se per dovere patriottico o per ambizione o per vendetta verso gli avversari interventisti, col serbare tuttavia il Re all'esercito, gli ha serbato la custodia della sua fede, il presidio delle sue superstiti aspirazioni, il pegno della sua indefettibile vittoria; coll'allar-gare i limiti della patria fino ai confini moldavi, ha allontanato lo spettro incombente della fame, coll'arrestare al corso del Sereth [Siret] l'occupazione del Paese, ha fatto della Moldavia il rifugio della libertà, ha fatto di Jassy il palladio e la fucina dell'emancipazione . ,42J
Ambedue i giornalisti si trovavano d'accordo, però, nell'apprezzare la condotta militare e politica della Romania: il primo con echi risorgimentali, risalenti all'epoca di Cavour esaltava143) l'affermarsi del baluardo tenacemente e immutabilmente latino sulle soglie di Oriente e il secondo in un breve saggio sulla Nuova Antologia ,44> del febbraio 1919 era tutto teso a riconoscere un posto di rilievo per la Romania al tavolo della pace. In esso, dopo aver giustificato sia i tentennamenti iniziali nell'entrare in guerra sia l'accettazione della pace di Bucarest, egli rivendicava all'intervento romeno un'importanza notevolissima perché costò agli Imperi centrali perdite gravissime di materiale, perdite irreparabili di uomini; rallentò lo sforzo nemico su Verdun e sul Carso; preservò il centro russo dal colpo preparatogli da Falkenhayn, e soprattutto salvò l'esercito di Salonicco contro il quale precipuamente quel materiale umano e bellico era stato preparato .145) Concludeva, infine, con questo efficace riconoscimento: fermi gli eserciti dell'Intesa sugli altri fronti, a un dato momento, l'esercito romeno, incompletamente armato e dotato, si trovò... solo alle prese con un nemico schiacciante di numero e di macchine. Fu, esso, il solo degli eserciti combattenti che lottò corpo a corpo, per mesi e mesi, tra nevi e ghiacci, coi Tedeschi e cogli Unni; e, sovente, smesso il cojoc (tabarro di pelo) lottò, in maniche di camicia, maneggiando il calcio del fucile, come si brandisce una clava. Nessun soldato
t4i) La lotta secolare cit., p. 122. wzj // Tempo, 14 dicembre 1918. M3) il Messaggero, 12 dicembre 1918.
144) Nuova Antologia, Firenze, CXCIX, s. VI, 1, gebbraio 1919, pp. 306-309.
145) DÌ opinione pressocché simile R. GUÈZE, art, cit., parte II, in particolare p. 47. Sull'importanza della Romania sia pur mutilata ancora all'inizio del 1918 si veda anche un promemoria preparato all'epoca dal gen. de Candollo che agiva come rappresentante dell'Intesa presso i Cosacchi di Novoferkassk, in cui tra l'altro si diceva: chiaro che la resistenza passiva alle Potenze centrali è quanto di meglio possa aspettarsi dai Governi del Sud. L'esercito rumeno costituisce il primario elemento di tale resistenza. I nostri nemici sono impediti dell'ottenere l'accesso alle materie alimentari dell'Ucraina e alle coste del Mar Nero finché quell'esercito è in Moldavia. È pertanto vitale di trattenerlo colà e di nutrirlo dall'Ucraina e dalla Bessarabia ; cfr. S. SONNINO, Diario 1916-1922 cit., p. 253.