Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1983>   pagina <477>
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Libri e periodici
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autori e di citazioni letterarie, essa considerava l'educazione una scienza che muove dai fatti e dalle leggi psicologiche e insieme un'arte che attiva le facoltà umane per formare l'uomo e il cittadino.
Soltanto nel "73 saliva alla cattedra di antropologia e pedagogia un laico, Francesco Bonatelli, filosofo spiritualista che prendeva le mosse per il suo insegnamento da Kant e da Tommaseo. Qualche anno di poi insegnò per un quinquennio lo scolopio Everardo Micheli, autore di studi sul metodo e di saggi di ricerca storica. Quindi un nuovo concorso bandito dalla facoltà e un'altra discutibile scelta, poiché lo vinse Romeo Taverni, uomo indubbiamente versatile e molto attivo (era autore di studi di filosofia e di medicina, fondatore a Padova d'una biblioteca di studi sulla scuola), ma anche disordinato e litigioso, il quale dopo un quinquennio ottenne scavalcando la facoltà il trasferimento a Catania.
Infine, nell'88, veniamo al triennio di Roberto Ardigò, il maggiore fra i positivisti italiani, che intendeva sviluppare una teoria sperimentale e scientifica della cognizione e dell'educazione, innovando profondamente metodi e finalità della pedagogia. Purtroppo all'indirizzo di studi e all'efficacia degli scritti non corrisposero i risultati, poiché gli scolari di pedagogia si potevano contare sulle dita d'una mano... né le cose andarono meglio con Pietro Ragnisco, che divise la sua attività fra l'Università e la Scuola di magistero.
La pedagogia dunque, nonostante la consapevolezza di molti e gli sforzi delle autorità, stentò ad affermarsi come scienza autonoma e risentì del più ampio dibattito filosofico fra le correnti spiritualiste, idealistiche e positivistiche. Il suo insegnamento a Padova non ebbe una precisa caratterizzazione e fu abbinato a quello dell'istruzione religiosa, dell'antropologia e della filosofia, eppure anche per l'opera di validi maestri si creò un proprio spazio culturale e chiari progressivamente la sua problematica.
Le alterne vicende storiche d'una cattedra universitaria acquistano in questo caso, per merito precipuo del De Vivo, il significato d'una verifica di problemi più vasti, poiché investono la politica scolastica dell'Austria e dei governi italiani, i dibattiti culturali dell' '800, i rapporti fra esigenze d'educazione religiosa, morale, civica e umana.
SERGIO CELLA
Risorgimento pavese. Saggi, documenti, immagini, con scritti di M. MILANI, A. M. FICARA, D. VICINI, G. ZAFFIGNANI, S. ZATTI; Pavia, Formicona editrice, 1982, in 8, pp. 118. S.p.
Questo importante volume, indispensabile per chi voglia intraprendere uno studio sul Risorgimento pavese, è stato pubblicato con contributo dell'Assessorato alla cultura del Comune di Pavia, tra le iniziative prese per celebrare il centenario garibaldino in una città di alte tradizioni patriottiche e democratiche.
Nella prefazione Mino Milani traccia una felice sintesi degli eventi, mentre lo Zaffi­gnani descrive il Fondo risorgimentale presso l'Archivio storico civico, la Ficara elenca gli inventari del Museo del Risorgimento, la Zatti tratta l'iconografia (particolarmente ricca in Pavia).
L'elenco completo dei documenti, cimeli, quadri, stampe, medaglie, posseduti nelle civiche raccolte di Pavia non era mai stato portato a termine ed è quindi doveroso dare atto al Comune della sua sensibilità ai problemi storici ed all'editore del suo coraggio nel-l'intraprendere la stampa di un libro cosi poco divulgativo .
Segnalo quindi con piacere la pubblicazione, anche se noto una lacuna: la citazione troppo frettolosa e talvolta parziale delle fonti storiografiche sul Risorgimento pavese, ch'è dovuta forse anche alla necessità di completare il volume entro il 1982, senza avvalersi di altre collaborazioni.
Al contrario il ricchissimo corredo di illustrazioni, il minuzioso catalogo dei docih