Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
<
1983
>
pagina
<
484
>
484
Libri e periodici
stessa lettera parla, a proposito della Francia di ennemis cachés de toute ordre social ed è in questo senso che deve essere corretto ogni possibile equivoco] si ce bon sens se soutient encore, il est possible qu'il ne tarde pas à faire justice d'un regime constitutionnel qui ne va plus à son temperamene à son humeur qu'à ses antécédents historiques (28 agosto 1848, p. 200). Il tentativo di Pellegrino Rossi è, perciò, interpretato come una possibilità (l'ultima) di incoraggiare il buon senso popolare a scegliere la strada giusta tra quelli che, sul finire dell'anno avanti, aveva chiamati les agents des radicaux-communistes et les rétrogrades obscurantistes (10 dicembre 1847, p. 156). Ho detto della grande simpatia, che il principe Volkonsky aveva per Pellegrino Rossi maitre passe en l'art de juger des hommes e des choses (8 settembre 1848, p. 201). L'entusiasmo, con il quale commenta la sua nomina, gli vela la gravità e l'irreversibilità degli avvenimenti romani di quell'anno fatale, che avrà la sua conclusione con la fuga di Pio IX da Roma, sulla quale fuga troviamo nell'epistolario del Volkonsky qualche particolare nuovo. I giorni, che seguono, fino all'arrivo dei francesi, sono giorni di preoccupazione per il principe Volkonsky, che fra l'altro è stato raggiunto dalla madre, con la quale, però, continua la sua conversazione epistolare e alla quale fa spesso pervenire i biglietti per le sedute dell'Assemblea dei deputati. In quel che accade a Roma vede soltanto confusione e anarchia (11 dicembre 1848, p. 238) e manifestazioni scandalose, faites dans les rues par des gueux soudoyés à des brigands, tels que Garibaldi et Cie (18 dicembre 1848, pp. 241-242). Salvo un soggiorno a Lucca, che penso breve poiché l'A. riporta una sola sua lettera, il principe Volkonsky resta in Roma, preoccupato di far eseguire l'ordine dello zar ai russi di lasciare la città. Intanto spera che il previsto arrivo dei francesi possa salvare dal peggio questo povero paese, sballottato tra due partiti estremi: les prétres d'un coté, les sectaires politiques de l'autre , senza contare i garibaldini, panni lesquels se trouvent des types, modéles des brigands des Abruzzes (20 aprile 1849, p. 268). Il tentativo di un accordo con le autorità repubblicane di Ferdinand de Lesseps, (con il quale il principe Volkonsky ha dei colloqui), è giudicato come un chef-d'oeuvre d'insanite di un Jongleur diplomatique (26 maggio 1849; 2 giugno 1849, pp. 290 e 302). Una visita al quartiere di Oudinot, a Vigna Santucci che il principe, in compagnia del generale prussiano Willìsen, fece da Civitavecchia, dove era arrivato il 29 maggio, sarebbe stata interpretata dal Lesseps come una influence contrariarne d'un envoyé russe (voulant par là me designer, moi qui n'ai eu connaissance de sa Convention ridicule et de la protestation d'Oudinot que 4 h. après qu'elles avaient eu lieu) et de plus sous J'influence d'un general prussien envoyé par Radetzky (3 giugno 1849, p. 302).
Questo incidente, del quale non vi è traccia nel resoconto del Lesseps (Ma mission ò Rome, Paris, 1949), mise fine al soggiorno romano del principe Volkonsky. Oramai egli vedeva, però, con più ottimismo la situazione dell'Europa avviata a una nuova restaurazione con Luigi Napoleone presidente e una maggioranza moderata nell'Assemblea francese. Quanto a Roma, egli la giudicava al centro di una contesa tra nazioni décatholicisées e governi impuissants moralement, mais encore forts en canons, voulant ré-catholiceser les peupies pour sauver l'autor ite ; una lotta senza quartiere, la cui durata non sapeva prevedere: 2 mois? 3 ans? 30 ans? (25 maggio 1849, p. 291).
Come si vede la testimonianza del principe Volkonsky sugli avvenimenti romani del 1847-1849, se non aggiunge molto alla conoscenza del loro svolgimento ,è però, preziosa perché viene da uno spettatore privilegiato e attento, a volte non equanime, ma sempre appassionato e partecipe. Nella Post face Jacques Godechot mette in rilievo la prudenza e la penetrazione dei giudizi del Volkonsky e, insieme, il loro carattere universalistico. La posta in gioco non è, cioè, secondo il principe, un rivoluzionamento della Francia, o dell'Italia, ma dell'Europa intera, perché anche quelle nazioni, come la Russia, che, per ora, non sono coinvolte, lo potrebbero essere in futuro (pp. 340-341),
Le lettere del principe Volkonsky a sua madre sono inserite in una ricostruzione degli avvenimenti ad opera dell'Autrice della raccolta. 11 procedimento può suscitare qualche riserva, ma ha, quanto meno, l'utilità di facilitare a un lettore poco esperto la comprensione dei giudizi del principe, nel contesto storico generale. Si deve anche