Rassegna storica del Risorgimento

MANTOVA IDEA NAZIONALE SEC. XIX
anno <1984>   pagina <4>
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Renato Giusti
Al di là dei fatti che riguardano il Mantovano durante il triennio giaco­bino e negli anni immediatamente successivi, 3> due momenti intendiamo ricor­dare in dipendenza del tema proposto: il Giornale degli amici della libertà*) e la deportazione a Petervaradino e Sebenico dei patrioti favorevoli ai Fran­cesi. Per il primo punto, senza insistere sul formarsi della pubblica opinione, sullo spirito di iniziativa e d'organizzazione di intraprendenti giornali, è da dire che il Giornale (1797-99) vive da vicino le vicende della provincia, regi­strando le progressive modificazioni della realtà politico-amministrativa de] territorio; nel primo periodo il Giornale è il portavoce dei democratici e giacobini (Lattanzi, Somensari, Coddé, Franzini, Gelmetti) più che dell'intera Municipalità, nel secondo esprime in modo ufficiale le idee dell'Amministra­zione di Stato, e nel terzo accentua l'atteggiamento di-fronda e di critica verso il reggimento francese, tanto da essere sospettato e sospeso dalle autorità francesi.
Vivendo la vita agitata ed effimera di tutta la stampa cisalpina, non ebbe grande peso nella vita politica o nell'opinione pubblica del tempo in cui l'autorità era rappresentata soprattutto dalle forze francesi; e pur non muo­vendosi su linee di particolare originalità (a parte qualche articolo) il Giornale fu fermo e deciso nel chiarire i princìpi della Rivoluzione, nell'affermare i diritti e i doveri di ogni cittadino, nel sostenere le leggi repubblicane, nella lotta contro tirannia, fanatismo, miseria nelle campagne. Per il secondo punto, tra le memorie di vari deportati (1800-1801) rammentiamo un Diario di Zac­caria Carpi, 5> avente un pregio di testimonianza e di documento insieme sulla penetrazione delle ideologie francesi in Italia negli ambienti già predisposti, per cultura e sentimenti, ad accogliere gli insegnamenti della rivoluzione del 1789 che la Grande Nation andava diffondendo (per via militare e politica) in tutta Europa; la manifesta simpatia per le idee francesi, che significava una consapevole rottura col passato, è da vedere anche come fatto di costume, come scoperta di un nuovo e più serio atteggiamento morale, come adesione ad un modo diverso di valutare le cose, sotto il profilo del civismo e della moralità repubblicana. Non si dimentichi poi che il Carpi esprimeva la sua adesione alle idee d'oltralpe, per merito delle quali gli ebrei avevano ottenuto l'emancipazione e l'eguaglianza. Tuttavia nel Carpi, accanto all'evidenza del mito francese, trapela l'amarezza che non tutto, tra i giacobini in esilio, procede secondo le speranze, per l'oblio dei sacri principii defll'89, per il persistere delle differenze di classe tra i deportati, per le necessità della grande politica .
Dell'età napoleonica vera e propria, fino al 1814, non ci interessano l'assetto organico della Repubblica Italiana o del Regno Italico, gli ordina­menti giudiziari, i nuovi codici ecc. (che sono tuttavia elementi di grande
3) per l'età del Risorgimento cfr. R. GIUSTI, Dalla presa di Mantova (1797) alla prima guerra di Indipendenza (1848-49), in Mantova. La Storia, voi. III. Mantova, Istituto C. D'Arco, 1963, pp. 261-526; IDEM, // Risorgimento a Mantova, 1849-1866, Mantova, 1978
4) Cfr. G. PINZI, // Giornale degli amici della libertà Italiana e l'opinione pubblica a Mantova alla fine del '700, in Bollettino storico mantovano, 1956, pp. 161-201.
5) ZACCARIA CARPI, Giornale della deportazione de' Patrioti mantovani (11 giugno 1800-12 aprile 1801), a cura di R. GIUSTI, Mantova, 1966.