Rassegna storica del Risorgimento

MANTOVA IDEA NAZIONALE SEC. XIX
anno <1984>   pagina <8>
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Renato Giusti
circolazione delle idee, i legami tra scrittori e corrispondenti letterari anda­vano assumendo un preciso significato di rinnovamento culturale e civile, mentre si attuava il lento e faticoso superamento del municipalismo e mentre prendeva piede sempre più in ogni direzione quello spirito liberale che avrebbe fatto prove importanti (anche se fallimentari) nel 184849. Il D'Arco, in relazione con artisti e letterati italiani e stranieri, spese veramente l'intera esistenza negli studi e nell'illustrazione di vicende e personaggi della storia mantovana, tanto che lo stesso Luzio gli riconosceva il merito di aver portato a livello scientifico e incrementato gli studi di storia patria, di aver tentato i campi principali della storiografia, di aver stabilito un nesso tra arte e storia, civiltà e nazione, mondo popolare e libertà. Ribadendo, in vari scritti, i suoi convincimenti, il D'Arco insiste sul carattere nazionale delle arti preci­sandone il valore morale ed il significato nella comunione dei nostri civili interessi , e del pari stimola gli artisti ad amare la patria nella convinzione che l'arte è cooperante alla dignità dell'individuo e della patria. E che vale riscuotere il popolo, se non l'amor di patria? perché noi intendemmo di raccomandarlo agli Italiani, né altrimenti credemmo che ottenere lo possano se non riguardando al nobile carattere ed alla dignità della loro nazione. In questa e in altre citazioni, dalle Memorie sul carattere nazionale delle arti italiane, è dato di cogliere non solo il particolare giudizio intorno al valore morale, religioso ed educativo dell'arte, ma anche lo spirito liberale del D'Arco, disposto a sottolineare, in termini culturali più che politici, la necessità della circolazione delle idee, il sentimento della fratellanza nazio­nale, i difetti congiunti col municipalismo ecc. Egli metteva così in risalto il nesso esistente tra arte, storia e vita spirituale di un popolo il quale, pro­prio attraverso il superamento delle divisioni, la moralità dei costumi, la bellezza delle arti, il senso religioso della vita acquista consapevolezza dei valori patriottici.
II contributo di mantovani alla elaborazione di idee liberadi-nazionali (al di fuori del mazzinianesimo) si deduce agevolmente dalla collaborazione di alcuni scrittori alle riviste del tempo, specie alla milanese Rivista Europea e al Giornale Euganeo-, gli articoli di Mazzarella, don Tazzoli, Molinelli, Carlo D'Arco, Anselmo Guerrieri Gonzaga costituiscono una precisa adesione agli ideali civili del Tenca e della sua rivista. Analoga all'azione dei moderati lombardi è quella del gruppo liberale padovano con il Giornale Euganeo (1844-47); ai quale collaborano alcuni degli scrittori sopra ricordati. Ma l'oppo­sizione dei letterati non si espresse soltanto negli ultimi anni, alla vigilia del '48; la faticosa creazione dell'opinione pubblica tramite giornali, congressi dei dotti, difesa della cultura e della tradizione nazionale, non è solo la naturale conseguenza del diffondersi del Primato giobertiano favorito dal-l'allentarsi della pressione poliziesca; fu anche il paziente intrecciarsi di rap­porti culturali e sociali fra scrittori e scienziati delle diverse provincie della penisola e fu nonostante la sorveglianza e la censura cosciente conquista di una solidarietà culturale e civile che diede i suoi frutti nel calore del­l'insurrezione. A Mantova la casa dì Giuseppe Arrivabene, il salotto di Fran­cesco Arrivabene e della moglie Teresa Valenti Gonzaga, il palazzo infine di Giuseppe Valenti Gonzaga ospitavano in quegli anni le figure più nobili e liberali della città: sacerdoti, mons. Martini, don Tazzoli, Muti, Pezzarossa, Grandi, aristocratici e professionisti come Ippolito Cavriard, Rizzini, Arriva-