Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; NICARAGUA STORIA 1851; REGNO DI MOSQUITO ST
anno <1984>   pagina <14>
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Phillip Kenneth Cowie
ed io ammiravo l'attività e l'intelligenza con cui egli maneggiava ogni negozio che poteva produrre dei vantaggi.
Viaggiavo in quell'epoca sotto il nome di Giuseppe Pane, che già avevo assunto nel '34, per scansare curiosi e molestie poliziesche.
Alle combinazioni commerciali del Carpanelo serviva di base l'arrivo della nave San Giorgio a Lima, ed egli avea progettato di recarsi in detta città per aspettarla. Tor­nammo quindi a San Juan del Nord, ripassammo a Chagres, e di lì rimontammo il fiume Cruz, per giungere a Panama.4)
Così Garibaldi, che, come vedremo, non ripete tutta la storia e, qualche volta, cerca di nasconderla: tocca a noi, quindi, chiarirla, ove possibile.
* * *
Quando Carpaneto giunse a New York in quell'aprile del 1851 trovò l'amico Garibaldi in uno stato di grande irrequietezza e demoralizzazione. Per oltre un anno, attraverso una fitta corrispondenza, Garibaldi si era nu­trito dei sogni di Carpaneto tra i quali quello di stabilirsi negli Stati Uniti, diventare comandante di un bastimento mercantile, elegante e solido, costruito possibilmente sotto i suoi occhi in un cantiere di Baltimora,5) e di navigare sotto la protezione delle stelle e strisce, cioè della bandiera ameri­cana. Si può dire, che Garibaldi si era lasciato vincere completamente dagli argomenti del Carpaneto, ma in quel periodo, dopo il crollo di tutti i suoi sogni romani, così arditamente difesi, così duramente persi, ed il trattamento meschino inflittogli non solo dal governo sardo ma anche da quello inglese a Gibilterra, cosa c'era per rincuorare i suoi sogni inutili ed amari? Infatti, Garibaldi non cessò di sperare e di illudersi . 6>
Poi Carpaneto arrivò a New York con notizie sconcertanti: non era riuscito a raccogliere abbastanza soldi per comprare o far costruire una nave per Garibaldi: i loro amici in Italia li avevano abbandonati quasi tutti, e Carpaneto aveva in tasca soltanto 30,000, che, chiaramente, non bastavano per soddisfare i loro bisogni. Vedere Garibaldi far candele di sego per campare scandalizzò Carpaneto: ad un amico di Genova scrisse il 20 aprile 1851:
... dopo aver sudato sangue sul campo della libertà, dopo aver sostenuto l'onore Italiano, dopo aver umiliato i Francesi e qualche Re, e dimostrato ai stranieri quanta virtù possa in cuore Italiano, indovina un po' a cosa sta egli occupato? niente meno che a fab­bricar candele di sego...
Questi, amico mio, son fatti ... sono fatti incontrastabili: ma sgraziatamente la storia d'Italia vergerà sempre la stessa pagina mille volte ripetuta, ad infamia nostra per lasciare deperire un uomo che tanti servigi prestò e tanto onore ha acquistato al nome Italiano. Così fuori che in patria: se fosse egli un giullare, un buffone, un cantante, un eroe da
4) GIUSEPPE GARIBALDI, Le Memorie... nella redazione definitiva del 1872, Bologna, 1932. cap. X del 2 Periodo: Esigilo.
5) GIUSEPPE GARIBALDI, Epistolario, voi. Ili (1850-1858), a cura di G. GIORDANO, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1981, p, 29. Lettera da New York, datata 12 agosto 1850.
ài Scelgo questa citazione dal libro di ERMANNO AMI e UCCI, Nizza e l'Italia, Milano, A. Mondadori, 1939, p. 245, Le parole di Amicucci trattano di un altro argomento garibaldino quello, infatti, di Nizza . ma dimostrano bene com'era sognatore l'Eroe e, talora, ostinatamente ingenuo.