Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; NICARAGUA STORIA 1851; REGNO DI MOSQUITO ST
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1984
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Garibaldi in Nicaragua
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personaggio di Carpaneto e la sua parte nella storia di Garibaldi e di Genova e Roma nel 1849 e dopo. Poi, verso la fine della lettera troviamo certe espressioni nei confronti dell'Italia e sullo stato d'animo di Garibaldi che si legano molto bene con la lettera del Carpaneto scritta da Leon solamente una settimana dopo e che citerò in parte tra breve.
Sicuramente la grande sorpresa in questa lettera si trova nel nome assunto dall'Eroe per coprire la sua vera identità in Nicaragua: Capitano Elizaldo così diverso da quell'altro molto familiare e senza poesia che Garibaldi ci ha dato nelle Memorie: Giuseppe Pane. Ovviamente era uno pseudonimo ottenuto modificando parzialmente il suo vero nome -ibaldi/--izaldo e suggerisce che Garibaldi, in un modo o nell'altro, falsificava non solo la sua identità, ma anche i suoi documenti, alterando di poco l'ortografia.
Il 4 luglio 44 compleanno di Garibaldi arrivarono a Leon, capitale del Nicaragua, da dove, il giorno seguente, Carpaneto scrisse queste righe già note:
L'amico Beppino trovasi meco, da qualche tempo, ed indefessamente ora a cavallo ed ora in canoa traversiamo queste immense pianure intersecate da fiumi dove la natura tuttora regna nella primitiva sua verginità, meno però l'aspetto o l'incontro con qualche assassino che sta adocchiando il reduce dell'Eldorado di California, allorché inerme: ma noi due armati da capo a piedi, che sembri ano due fortezze ambolanti, ci rispettano e ci accomiatano con amichevoli saluti limitandosi soltanto a richiederci talvolta di un sigaro o di un tozzo di tobacco. ... Attendo l'arrivo della mia nave per proseguire alla California dove mi si assicura esservi bastimenti di prima categoria a prezzi veramenti fiacchi per essere stati parte sequestrati dalla Dogana, e parte per essere stari disertati dagli equipaggi. ...
Egli [Garibaldi] apparentemente è lieto e giocondo, ma talvolta i suoi discorsi mi fanno trapelare l'ardente suo desiderio che in Italia rincominciasse il cimento per volare costì. La lettura della tua lettera dove parli dello spirito degli Italiani lo ha reso più allegro: egli è sempre intento alla medesima idea. È buon fratello, buon amico...39)
Qualche giorno dopo, su un'altra lettera da Leon, Carpaneto osservò:
Io mi trovo in compagnia dell'amico [Garibaldi] e di Origoni...; all'arrivo dèlia mia nave c'imbarcheremo per la California...
...l'amico ... è di umore alquanto triste per ritrovarsi disoccupato ed in ozio.40)
Se leggiamo attentamente questi due brani, possiamo vedere chiarissimamente che Carpaneto non aveva la minima intenzione di andare a Lima per incontrare il suo vascello, il San Giorgio, come afferma Garibaldi nelle Memorie. È vero che il San Giorgio doveva arrivare a Lima dopo un lungo viaggio Genova, Gibilterra, Rio di Janeiro, Valparaiso,4n anche Le Havre m Francia42) ma Carpaneto implicitamente sottolinea il fatto che aspettò
39) ANTONUCCI, op. eli., p. 12,
40) Ivi, pp. 12-13, lettera dell'8 luglio 1851.
*!) A.S.T., Sezioni Riunite: Sezione 4*: Ministero di Guerra e Marina: Marina, Materiale: Mazzo 560: Valparaiso: Registro Stato degli Arrivi e Partenze di Bastimenti dal 1 Aprile al 31 Dicembre del 1851, datato 15 gennaio 1852.
42) Quest'informazione si trova, per fortuna, sul quotidiano di Lima, Et Comercio, in data 25 novembre 1852, p. 4, col. 3. Nel settembre 1851 il San Giorgio arrivò a Lima portando, fra le varie merci, la statua monumentale del famoso soldato argentino Necochea,