Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; NICARAGUA STORIA 1851; REGNO DI MOSQUITO ST
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1984
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Phillip Kenneth Cowie
recava le notizie avrebbe cercato proprio lui senza perdere tempo. Il Driver arrivò a Callao il 26 agosto 1851, si rifornì di carbone e ripartì per il sud il 2 settembre, il giorno prima dell'arrivo del San Giorgio da Valparaiso.
Finora non possiamo affermare con sicurezza quando Garibaldi e Car-paneto giunsero a Grey Town; forse verso il 14 o il 15 agosto, e certamente non soli, ma con altri viaggiatori dall'entroterra nicaraguense. Sfortunatamente, trovarono che il vapore per Chagres era già partito e dovettero aspettare diciassette giorni per la partenza del successivo (il 2 settembre). Trovandosi in forzata inattività, Garibaldi si mise a scrivere a Felice Foresti che aveva lasciato a New York:
S. Juan de Nicaragua, agosto 15, 1851 Foresti mio,
Tra gli attributi delli uomini, vi è l'ingratitudine, e più me ne persuado, riandando verso l'inverno della vita. Io ero più riconoscente, più giovane, e vedo che s'indura l'anima come la pelle. Non creder però, mio buon amico, che totalmente dimenticato io abbia, ed il tuo consorzio, in New York, e le tante gentilezze tue. Io non scrivo, alcuna volta, per svogliatezza, e per aver poco o nulla da dire; dunque ad onta dell'infingardaggine mia, non scemar d'amicìzia, e non cessar di darmi tue nuove, e delle cose patrie. Ebbi da Origoni, alcune preziose tue linee, ed il Byron, memoria dell'amabilissima Carolina. Ho viaggiato quasi sempre dacché in Centro America, sempre in compagnia del nostro Francesco. Ora passeremo di qua Chagres Panama, e Lima. Torneremo in questi paesi forse a principio d'ottobre, e forse una gita a California.79)
Quale commento si può fare a queste righe dopo tutto ciò che sappiamo essere accaduto poco prima? Qual'è il loro spirito al di là delle scarne parole? Sono convinto che ci troviamo di fronte ad un uomo abbattuto, malinconico, ancora una volta disilluso. Io non scrivo ... per svogliatezza, o per aver poco o nulla da dire : il passato nicaraguense, ricco di avventure, meraviglie naturali, gente calorosa e simpatica, venne così eliminato dalla mente di Garibaldi, come se avesse girato le spalle a tutte queste esperienze positive. Le povere parole viandando verso l'inverno della vita sona veramente tristi, quasi sospiro di un uomo che vede il presente ed il futuro del tutto bui, un uomo che cammina barcollando, quasi sull'orlo di una disfatta totale.
Due settimane dopo, trovandosi nell'Istmo di Panama, fu colpito da febbri e vicino a morire: sono convinto però, e in questo mi trovo d'accordo con Max Gallo80) che una gran parte di queste malattie del suo secondo esilio non fu solamente d'origine somatica, ma dovuta a vere e proprie crisi nervose.
Un fatto interessante emerge dalla corrispondenza conservata nel Public Record Office di Londra, quell'archivio inestimabile e sembra finora mai esplorato dagli studiosi di questo argomento, fatto che concerne le lettere portate da Leon a Grey Town. Tu.tl'è due giacciono nell'archivio, logore per il lungo viaggio, specialmente quella scritta da Realejo il 4 agosto 1851. E un documento lacero che dimostra ancora la fretta e la fatica di quella fuga
T9ì GIUSEPPE GARiDAinr, Epistolario cit., vedi nota 59.
80) MAX GALLO, Garibaldi: la forza di un destino, Miluno, Rusconi, 1982, pp. 202-203 ed altre.