Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
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Sulla riforma del Senato regio
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di significativa evidenza sottolineare come il comportamento del Crispi si allineasse poi a quello di coloro che, dopo aver auspicato una modifica del sistema, avevano preferito rimandare qualsivoglia trasformazione a data da destinarsi. Già nel 1887, ancora in qualità di ministro dell'interno dell'ultimo gabinetto Depretis, mentre si discuteva in Senato il bilancio del ministero, preferiva rimettersi alla saggezza di detta Assemblea per eccitare la prerogativa sovrana di una riforma , non ritenendo opportuno promuovere una trasformazione la cui esigenza non fosse avvertita dall'opinione pubblica e dalla Camera stessa.10' Anche i massimi esponenti della sinistra, come già quelli della destra, finirono dunque col ritenere più opportuno ricorrere all'ingerenza diretta invece che promuovere una riforma istituzionale che avrebbe senza dubbio diminuito l'influenza allora esercitata dal ministero su quella branca dei potere legislativo. Ma tutto questo, insieme ai cambiamenti avvenuti nel sistema politico-istituzionale dopo l'avvento della sinistra, contribuì notevolmente ad approfondire i segni di decadimento nell'alto Consesso: l'Assemblea sempre con maggiore difficoltà riuscirà allora a contrastare il predominio della Camera dei deputati la quale sovente richiederà al Senato la semplice registrazione della propria volontà.
La riforma elettorale del 1882 riveste un'importanza fondamentale perché, segnando l'inizio di un regime parlamentare formalmente più aperto ripropose il problema della composizione e del ruolo del Senato. Sappiamo che la soluzione bicamerale prescelta dallo Statuto aveva istituzionalizzato nella prassi una sorta d'antitesi tra una Camera fondamentalmente progressista ed un Senato tendenzialmente conservatore. Ma in che modo allora un Senato reso sì più docile dalle frequenti ingerenze del governo, ma pur sempre roccaforte degli interessi della Corona, avrebbe potuto operare accanto ad una Camera che si rinnovava sostenuta da una maggiore ampiezza di consensi? n) Era questo il lecito timore di quanti nel dibattito che seguì la presentazione del progetto di legge, non esitarono ad affermare la necessità di una diversa regolamentazione della composizione della Camera alta. 12>
10) Atti parlamentari, Senato del Regno, discussioni. Tornata del 21 giugno 1887, p. II70.
") Assai significativa per comprendere lo stato d'animo diffuso all'interno dell'Assemblea all'approssimarsi di tale evento è la relazione dell'Ufficio Centrale del Senato. In essa si diceva: impossibile di prendere in esame una legge costitutiva di una Camera dei deputati senza prendere in esame non soltanto l'influenza che esercita sulla Camera stessa, ma ben ancora l'influenza che esercita su tutti gli ordini costituzionali [...]. Ora quanto più si accettano senza esitanza que' progressi d'ordine sociale e politico, che sono pure conseguenze d'uno Stato democratico, d'uopo è preoccuparsi delle tendenze, che in ogni tempo vi ha portato alterazione e pericolo. Ed è quindi impossibile non tener conto dell'influenza che la composizione della Camera dei deputati ha sul Senato . Alti parlamentari. Senato del Regno, documenti, disegni di legge e relazioni. Doc. n. 119-A, p. 13.
I2> Il senatore Panialeoni, dopo essersi dichiarato contrario alla riforma proposta dal gabinetto Depretis, affermava: Una volta accettata questa legge la riforma del Senato diviene non solamente necessaria, ma indispensabile, perché il Senato qual'è non potrebbe più funzionare e non basterebbe all'uopo di controbilanciare le nuove impronte forze risvegliate dal basso. Atti parlamentari, Senato del Regno, discussioni. Tornata del IO dicembre 1881, p. 1960. Favorevole all'introduzione dell'elemento elettivo era ancora il senatore