Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
anno
<
1984
>
pagina
<
48
>
48
Paola Angioni
teristica. 16> È importante, però, sottolineare che il corpo elettorale si sarebbe dovuto distinguere da quello della Camera bassa. La sua diversità sarebbe derivata dalla distinzione sociale: gli elettori del Senato avrebbero dovuto avere requisiti non richiesti agli elettori della Camera, ma nemmeno tanti e così severi da costituire un privilegio di pochi. 17>
Anche nell'ambito delle proposte di riforma che possono sembrare più avanzate è facile riconoscere una vena conservatrice. Così quelle che miravano a far concorrere all'elezione dei senatori gli organi locali, non rispondevano alla visione democratica di chi avrebbe voluto far partecipare attivamente al processo legislativo ed. alle scelte fondamentali del paese questi organi locali, per un più giusto collegamento tra autonomie e potere centrale, ma alla visione di chi, attraverso il filtro costituito da comuni, province e regioni, riteneva di poter sottrarre il Senato alle intemperanze del suffragio popolare, facilitare la sua funzione equilibratrice, garantire la scelta dei senatori da parte di uomini esperti e meno legati alle passioni politiche. Attraverso questi organi locali si sarebbe cioè ottenuto un suffragio più qualificato in contrasto con quello più diretto della Camera, ma soprattutto si sarebbe forse potuto riformare la Camera alta in modo tale da farla divenire popolare, pur senza ridurla ad una seconda edizione della Camera dei deputati. Si trattava in sostanza di non fare del Senato un duplicato della Camera bassa e solo un sistema elettorale funzionante in modo più selettivo e perfetto, e diretto a conferire maggiore autorità morale, avrebbe potuto restituire all'Assemblea il necessario prestigio.
Luigi Palma fu uno dei più aperti fautori della riforma. Nel 1878 constatando come il Senato di nomina regia si fosse rivelato solo una seconda edizione di un altro potere, ovvero assai povero di quell'autorità necessaria a fronteggiare una Camera bassa, proponeva che esso venisse eletto dai Consigli provinciali. I collegi elettorali sarebbero stati composti da elettori più segnalati, non per privilegi arbitrari di nascita, di censo, di condizione, o categoria sociali, ma di precedente elezione pubblica. La loro ampiezza provinciale avrebbe allontanato il pericolo di campanilismi e di influenze clientelali. ")
Nel 1882, però, pur ribadendo la necessità di una riforma, considerando che l'intangibilità dello Statuto non poteva addursi quale argomento valido per contrastare una riforma reclamata dalla pubblica necessità, respingeva il sistema precedentemente enunciato per avervi ravvisato una eccessiva ed inaffidabile politicizzazione del sistema. Il Palma preferiva ora indicare come
16) v. ANSI DEI, Studi sulle costituzioni dei Senati e alcuni criteri per la riforma di guello italiano, in La Rassegna Nazionale, a. Vili, fase. 1-64886, p. 401; a. Vili, 1-8-1886, p. 525 sgg. f
J7) v. ANSIOSI, ari. cit., p. 550 sgg. Un giudizio sostanzialmente positivo delle proposte fatte dall'Amidei veniva dato da Icilio Vanni che giudicava buona l'idea della distinzione sociale, meno opportuna quella che poneva l'elezione accanto al diritto d'ufficio e che a suo avviso avrebbe creato un corpo difficilmente organico: Studi sulla costituzione del Senati, in La rivista italiana per le scienze giuridiche, III (1887), p. 471 sgg.
18) L. PALMA, Corso di diritto costituzionale, li, Firenze, 1878, p. 273 sgg. Sul conservatorismo delle proposte di riforma avanzate in quel periodo cfr. P. AIMO, op. cit., pp. 40-41.