Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
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Sulla riforma del Senato regio
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deputati e quindi di potere reale. Solo un Senato composto dagli elementi più colti ed indipendenti della nazione e totalmente libero da influenze ministeriali, avrebbe potuto riacquistare un grande potere e quindi frenare la Camera bassa. Ma per attuare queste o simili riforme si sarebbe dovuti uscire interamente fuori dell'orbita delle idee e dello spirito che informano il sistema parlamentare.2
Nel saggio Le Costituzioni moderne sempre del 1887, esaminando i diversi sistemi usati nei vari paesi per comporre la Camera alta, il Mosca esprimeva una certa simpatia per quei Senati, in particolare per quello degli Stati Uniti, che, basandosi sugli enti locali, permettevano a questi di avere una loro efficace rappresentanza nel governo centrale. Tuttavia nessun valido risultato si sarebbe ottenuto persistendo nel voler vedere in un Senato solamente un freno giuridico della Camera bassa invece che un vero centro di forza politica capace di esercitare un ruolo di primo piano accanto al secondo braccio del Parlamento. Riteneva dunque opportuno far eleggere l'alto Consesso da collegi formati in ogni provincia e composti dai rappresentanti dei laureati, dei commercianti, della piccola borghesia e della classe operaia.24)
U Majorana si poneva il quesito se di fronte alla viva e vera forza sociale insita nella Camera popolare in quanto rappresentante l'universalità del paese la quantità, la maggioranza numerica, l'immediatezza dei sentimenti della popolazione, fosse lecito supporre l'esistenza, all'interno della società, di altre forze vere, vive, universali, degne di essere rappresentate. Per l'autore la risposta non poteva che essere affermativa: oltre alla vox populi, oltre alla quantità, egli intravedeva un'altra universalità degna di essere rappresentata e cioè la qualità, l'elevatezza non solo economica, ma soprattutto intellettuale e morale. Il popolo ha l'intuizione del buono e del giusto, ma spesso difetta di criterio , ed assegnargli una posizione preminente nell'ordinamento giuridico è un bene, ma non gli si può conferire signoria assoluta. Quindi era giusto che ci fosse una Camera popolare, ma occorreva anche dar vita ad un Senato rappresentante dell'* eccellenza e della distinzione sociale nell'aristocrazia dell'economia, dell'intelligenza, dell'onore. Proponeva, quindi, che la Camera alta fosse eletta da un particolare corpo elettorale composto dagli insigniti d'onorificenze civili e militari o d'ordini cavallereschi, da coloro che avevano ricoperto o ricoprivano uffici pubblici elettivi, da soci d'accademie, da laureati, da liberi professionisti, da magistrati professori presidenti d'Opere pie di Comizi agrari e di società di mutuo soccorso e da altri ancora. Tale corpo elettorale avrebbe avuto il grande requisito dell'omogeneità racohiundendo in sé gli esponenti delle popolazioni sia cittadine che di campagna, e avrebbe altresì raccolto il meglio di tutte le classi sociali. Le circoscrizioni elettorali, inoltre, sarebbero state individuate a livello
regionale. 3)
Non mancarono tuttavia in quegli anni proposte più avanzate che, in
23) G. MOSCA, Teorica dei governi e governo parlamentare (1887), ora in Ciò che la storia potrebbe insegnare, Milano, 1958, p. 286 sgg.
2*) G. MOSCA, Le costituzioni moderne (1887), ora Ivi, pp. 538-539.
25) A. MAJORANA, Del Parlamentarismo: mali, cause, rimedi, Roma, 1885, p. 212 sgg.