Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
anno <1984>   pagina <56>
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Paola Angioni
ma della maggioranza della Camera bassa. Per creare, quindi, un potere politico efficace, in grado non già di equilibrare il potere della Camera bensì di frenarla, ma soprattutto per dare allo Stato una rappresentanza degli ele­menti sociali più notevoli, il Masci auspicava una riforma basata sui grandi interessi materiali e morali della nazione: il Senato sarebbe stato così eletto attraverso particolari collegi formati dai rappresentanti qualificati delle uni­versità, delle amministrazioni provinciali e comunali, dai Comizi agrari, ecc.... L'autore riteneva, però, che il Senato avrebbe dovuto ugualmente compren­dere un certo numero di senatori a vita, scelti dal re e altri, parimenti vita­lizi, designati dallo stesso Senato. 3S
4. Anche all'interno del Senato le voci di protesta contro le minacciate ed offese prerogative dell'Assemblea non cessarono mai di sollevarsi. Gli atti del Senato non mancano infatti di registrare significativi interventi di sena­tori che nel tentativo di destare l'attenzione dei colleghi e degli stessi mini­steri sul ruolo giocato dall'Assemblea all'interno del sistema, non mancarono di lamentare Io stato di prostrazione in cui giaceva la Camera alta e a volte di denunciare, con decisione, la stessa ingerenza governativa nella composi­zione della medesima.36)
35) REGIA ACCADEMIA DI SCIENZE SOCIALI E POLITICHE" DI NAPOLI, Discussione sull'ordi­namento del Senato iniziata nel 1848 e compiuta nel 1895, Napoli, 1896, pp. 50 sgg., 61 sgg. Il pensiero del Masci non fu, però, condiviso dagli altri soci intervenuti alla discussione accademica. Era infatti diffusa l'opinione che l'Assemblea avesse dato prova negli anni di grande vitalità e che la necessità di una riforma non fosse incombente. In particolare Fran­cesco Arabia riteneva che il sistema della nomina regia fosse valso a mantenere il Senato sempre all'altezza del suo compito (p. 19 sgg.). Luigi Miraglia affermava, invece, che una riforma su base elettiva avrebbe solo generato un duplicato della prima Camera (p. 38 sgg.). Per Federico Persico, infine, un Senato derivante da elezioni di classi e istituzioni non era attuabile, essendo ancora le stesse carenti di una propria organizzazione e prive di un loro potere rappresentativo (p. 71 sgg.).
36) Per il senatore Brioschi il potere esecutivo era decisamente colpevole di non tenere nella dovuta considerazione l'opera legislativa dell'alto Consesso. Troppi progetti di legge venivano inviati all'Assemblea per essere discussi in un brevissimo spazio di tempo e soprattutto, assai scarso interesse si aveva per le correzioni che il Senato apportava ai progetti che il più delle volte venivano del tutto trascurate dal governo: Atti parlamentari, Senato del Regno, discussioni. Tornata del 29 giugno 1888. p. 1882 sgg. Assai vigoroso e polemico fu l'attacco del senatore Guarnieri che. nel 1892, interpellò il Presidente del Consiglio sulla composizione del Ministero, deplorando che un solo senatore fosse stato chiamato a parteciparvi con il dicastero della Marina. Io non esito a dichiarare che l'attuale combinazione del Ministero è, non dirò un attentato, ma un pregiudizio ad una prerogativa! che se non le parole dello Statuto, almeno una costante tradizione, avvalorata sempre di più di giorno in giorno dalla crescente esperienza, ha attribuita al Senato; cioè al suo diritto di partecipare se non in quota eguale, almeno in una adeguata proporzione, all'esercizio del potere esecutivo ; Ivi, Tornata del 25 maggio 1892, p. 3017 sgg. Anche il senatore Parenzo sottolineava come il governo avesse troppo sovente mostrato di trascurare l'impor­tanza politica dell'istituto. Il Senato è affermava il Parenzo un'assemblea eletta col sistema del secondo grado. La Camera elegge il potere esecutivo ed il potere esecutivo sceglie il Senato: Ivi, p. 3022. Nel dicembre del 1892 'Il senatore Guarnieri interveniva per deplorare un'infornata veramente colossale fatta dal ministero Giolitti alla vigilia delle elezioni poli­tiche. Ciò che sembrava non potersi accettare era il numero delle nomine e la possibile