Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
anno <1984>   pagina <60>
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Paola Augi ani
5. Il disegno presentato dalla Commissione Vitelleschi, come abbiamo detto, non fu mai sottoposto alla discussione del Senato e detti lavori non approdarono dunque ad alcun risultato positivo se si eccettua quello di aver spinto il governo a dare assicurazioni di voler rispettare il prestigio e l'indi­pendenza dell'Assemblea. Tali propositi dovettero essere, però, assai poco sinceri e dettati più che altro dalle circostanze, se gli atti parlamentari del Senato continuarono a registrare, negli anni che seguirono, lamenti e proteste.
Nel luglio del 1896 il Senato si trovò nella condizione di dover discutere ed approvare in pochissimo tempo una decina di progetti di notevole impor­tanza e questo mentre la Camera era già chiusa per le vacanze estive. Vive suonarono allora le proteste dei senatori Brioschi e Vitelleschi. Quest'ultimo faceva notare che far discutere tanti progetti al Senato a Camera chiusa significava precludere la possibilità di apportare delle modifiche alle leggi qualora l'Assemblea lo avesse giudicato opportuno. **>
L'anno seguente il senatore Parenzo non mancava di ricordare che lo Statuto aveva attribuito ai due rami del Parlamento stessi doveri e stessi diritti, che esso aveva voluto che a legiferare nello Stato, a sorvegliare l'ope­rato del Ministero, fossero chiamate due Camere, concludendo che per tenere alto il prestigio del Senato sarebbe bastato che i ministri arrivassero a pren­dere coscienza di ciò senza bisogno di affrontare immediatamente una ri­forma. *)
Al di là del dibattito e delle proteste che si mantennero costanti negli anni, ricordiamo, però, che la funzione politica di un istituto come il Senato, acquistò particolare rilevanza nel momento in cui, caduto il tentativo di restaurazione dinastico-autoritaria di fine secolo, la politica giolittiana tentò di incanalare nello Stato liberale quelle forze che erano sembrate metterne in discussione la stessa esistenza. Se, infatti, la Camera bassa attraverso il mec­canismo elettivo recepiva i mutamenti sociali e politici, la Camera alta man­teneva ed anzi accentuava il suo atteggiamento conservatore, mostrandosi riluttante a comprendere e ad accogliere il nuovo corso.46) In realtà, se la sconfitta del tentativo involutivo di fine secolo era stata la vittoria del sistema parlamentare a danno delle prerogative regie, la politica giolittiana si carat­terizzò per una progressiva restrizione del potere del Parlamento a tutto van­taggio dell'esecutivo. **>
La prima avvisaglia di questo conflitto, che caratterizzò i primi anni dell'età giolittiana, si ebbe già nel 1901 quando il senatore Vitelleschi rivolse
monarchia, fi Senato a vita aveva il difetto di confondersi con lo stesso governo e di non possedere altra forza se non quella impressagli dalla potestà regia. Trattato di diritto costi­tuzionale, Torino, 1895. p. 531 sgg.
44) Ma quante volte diceva il Vitelleschi noi in questa assemblea abbiamo sempre protestato, ed in vano, contro questo sistema che tende a rendere nulla l'opera del Senato?; Atti parlamentari. Senato del Regno, discussioni. Tornata del 23 luglio 1896. pp. 2687-2688.
45) Ivi Tornata del 12 gennaio 1897, p. 3246 sgg.
4*) Cfr. R. MOSCATI, op. otti, p. 244, e S. CANNARSA, op. cit.. p. 225.
47) cfr. C. GHISALBERTI, op. cit.t p. 277.