Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
anno
<
1984
>
pagina
<
63
>
Sulla riforma del Senato regio 63
l'ordine esistente e timoroso di qualsiasi innovazione che potesse alterare equilibri politici.
È, però, vero che se resistenze spesso si ebbero all'interno della stessa Camera alta, ciò che realmente impedì una riforma fu la convenienza del governo a mantenere inalterata un'assemblea che egli stesso, di fatto, poteva influenzare. Le infornate che lo Statuto legittimava non determinando che il Senato fosse composto da un numero fisso di senatori, erano divenute ormai un valido sostegno della politica governativa, tese com'erano ad impedire una vera e durevole opposizione da parte dell'Assemblea. Ne discendeva che una sincera volontà di trasformazione non poteva nel governo sussistere e lo si vide quando giunsero al potere uomini che pure in precedenza avevano manifestato volontà ri formatrici. Una riforma, infatti, per quanto guidata, avrebbe comportato l'annullamento di un potente strumento di controllo politico delle forze che allora guidavano il paese.
Il Senato svolse comunque in tutto il periodo monarchico una sua funzione insostituibile inerente alla sua stessa presenza nell'ordinamento statale. La sua particolare composizione che consentiva la presenza di uomini esperti nei diversi rami dell'amministrazione, oltre a permettere un effettivo controllo tecnico delle leggi trasmesse dalla Camera, fu garanzia di prestigio ed autorevolezza e, nonostante i giudizi talvolta severi che spesso investirono l'Assemblea, il Senato mostrò la statura dei suoi migliori membri. Dopo una iniziale illusione derivata dalla preferenza accordata dal nascente fascismo alla Camera alta nei confronti dell'altro ramo del Parlamento, quando si chiarirono le intenzioni eversive delle nuove forze politiche fu proprio dal Senato che si levarono talune voci di dissenso contro l'azione antiliberale e antistatutaria del nuovo regime, a dimostrazione dell'alta dignità civile, prima che politica, del Senato del Regno.
PAOLA ANGIONI