Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
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1984
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67
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Libri e periodici 67
Pio IX sostiene Hasler terrorizzato dalla rivoluzione del 1848, vedeva la Chiesa assediata da tutte le parti. Perciò egli ed i suoi sostenitori non ebbero altro obiettivo che etagere, contro i pericoli della secolarizzazione, contro il liberalismo, il razionalismo ed il naturalismo, una diga: l'autorità infallibile del papa (p. 47).
Per raggiungere il suo scopo Pio IX perseguì una politica di centralizzazione limitando progressivamente l'autonomia dell'episcopato e subordinandolo sempre più a Roma. In vista del Concilio poi nulla fu lasciato intentato da parte dei vescovi cosiddetti infallibilisti per allargare l'area del consenso intorno al progetto papale: dalle lettere pastorali, alle petizioni, al saldo controllo di tutte le commissioni preparatorie del Concilio. Iniziative tutte che suscitarono le vibrate quanto inutili proteste dei vescovi antiinfallibilisti che si videro ulteriormente danneggiati dal regolamento estremamente restrittivo del Vaticano I.
L'A. descrive a fosche tinte l'ambiente romano, durante i mesi del Concilio, pesantemente condizionato dalla dichiarata volontà del papa di ottenere la proclamazione del dogma, dalle prevaricazioni dei vescovi della maggioranza e dalle inutili battaglie combattute dalla minoranza. La polizia pontificia da parte sua tentò di imbrigliare la stampa estera censurando le corrispondenze poco favorevoli e sorvegliando tutti coloro che erano impegnati nella battaglia antunfallibuista, vescovi e teologi, ambasciatori e giornalisti. Alla mancanza di libertà si accompagnava una forte pressione morale e una pesante atmosfera di intimidazione. Al centro di questa fosca rappresentazione Pio IX, giudicato da alcuni un santo e da altri una grave iattura per la Chiesa; pieno di charme ma impulsivo, instabile, facilmente influenzabile. Hasler cerca di dimostrare che data l'età avanzata, la salute cagionevole, l'insano misticismo del papa egli, durante il Concilio, non fosse completamente in grado di intendere e dì volere. Come se ciò non bastasse, studiando il comportamento del papa, Hasler cerca anche di dimostrare che Pio IX non era del tutto sano di mente: l'esasperato misticismo unito a violente crisi di collera, alcune sue idee ossessive, i tratti dispotici del suo carattere, l'ipocrisia e la mancanza di controllo porterebbero ad una diagnosi di paranoia. Senza entrare nel merito ci sembra chiaro comunque che essa possa al massimo risultare valida per la forma non certo per la sostanza della questione se è vero, come lo stesso Hasler afferma, che il papa da anni pensava al dogma, quando cioè era sicuramente nel pieno dèlie sue capacità.
Ci sembra poi che FA. cada in una profonda contraddizione quando alternativamente cerca di dimostrare due tesi opposte: 1) che Pio IX si sia impegnato in prima persona a favore del dogma fino a giungere a forme di pressione difficilmente accettabili e ad attacchi diretti nei confronti di tutti quei vescovi che manifestavano perplessità o avversità alla sua proclamazione; 2) che Pio IX ostentò fino all'ultimo momento di non essere informato di quanto accadeva nel Concilio e di quanto si operava da parte della maggioranza.
Su un altro punto l'A. ci sembra sorvolare dopo averne trattato quasi per inciso. La proclamazione del dogma non era legata alla volontà capricciosa di un vegliardo, ma ad un ben chiaro obiettivo: porre un argine al portato delle rivoluzioni degli ultimi ottanta anni condannando il razionalismo ed il liberalismo nel quadro di una generale restaurazione della società cristiana. Questo spiega l'accanimento dello scontro tra ultramontani e cattolici-liberali, tra i fautori del dogma e coloro che difendevano la supremazia del Concilio sul papa e negavano l'infallibilità dell'uno senza l'apporto collegiale dell'altro. Dietro le dotte disquisizioni storiche e teologiche messe in campo dai due schieramenti non si nascondeva anche uno scontro tra il potere conciliare dell'episcopato e quello assoluto del pontefice?
Lasciando da parte la pesante atmosfera di cospirazione in cui ci immerge Hasler va detto che anche Aubert nella sua opera fondamentale sul pontificato di Pio IXJ) non tralascia di manifestare ampie riserve su tutta una serie di iniziative che precedettero e accompagnarono il Concilio. Là dove i due storici sono in aperto contrasto è sulla validità delle decisioni conciliari che secondo Aubert non furono invalidate dalle pressióni esercitate sulla minoranza, al contrario di quanto sostiene lo storico svìzzero.
0 ROGER AUBERT, Le pontificai de Pie IX (1846-1878), Paris, Blond e Gay. 1952.