Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
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1984
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70
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Libri e periodici
serrati si svolgono i fatti del 1870-71 quali punti necessari per una successiva lievitazione politica in Francia e altrove, i momenti della prima guerra mondiale, della vicenda sovietica e della Repubblica di Weimar, e nelle quali si consolida la misura di un linguaggio straordinariamente consapevole di sé e schivo di rigonfiamenti o di scorciatoie di comodo.
Vogliamo rammentare anche le pagine dedicate al secondo conflitto mondiale, le altre al risveglio dell'Africa, dell'Asia, dell'America latina (in ombra qui la parte che vi ha certo cristianesimo in questi anni), alla coscienza degli opposti , al Vietnam. Né diremmo che ciò che illustra nelle diverse specificità l'attività dei protagonisti (poniamo Senghor, Nkrumah, Nasser) sminuisca di qualcosa nel libro la presenza degli agonisti, cioè dei popoli che giocane il loro destino imprimendo i tratti della loro volontà nelle svolte storiche o resistendo nell'asprezza dei quotidiani disagi per la sopravvivenza.
È ben visibile che tutto si muove nella dimensione marxista di versione sovietica, da cui la ricerca del Santarelli deriva la sua collocazione, ma questo dà anche una chiave di lettura utile a meglio intendere tutta un'indagine. Si veda ad esempio come il Santarelli risolva due punti cruciali della storia contemporanea, le lontane giornate d'Ungheria e la Primavera di Praga, per noi sempre oggetto di mesta riflessione. Ebbene entrambi gli argomenti con lapidaria brevità sono affrontati dall'autore sebbene non elusi. Ciò rivela la disposizione dell'autore stesso a lasciar sfumati taluni segni di sommarietà di quel sistema al quale nel senso del meglio egli tende. Le poche righe dedicate ai due avvenimenti riaffermano tuttavia la sua chiara e salda convinzione in una più credibile leadership del socialismo mondiale da parte della Russia, ma anche palesano la dura certezza storica dell'* impermeabilità dei due blocchi, cioè di una mancata possibilità sul piano concreto di intervento di una parte o dell'altra, il che non è poi tanto distante da quanto pensiamo. Non si vuol disputare su questa impostazione di pensiero e sulle soluzioni. L'importante è che il Santarelli conduce rigorosamente entro un binario di coerenza i suoi problemi, il che in realtà è un requisito che si pretende da ogni storico, e in tale ordine di idee non ci resta che rinviare alla lettura dell'opera.
WERTHER ANGELINI
GUIDO DONNINI, L'accordo italo-russo di Racconigi (Quaderni della rivista Il Politico , n. 19); Milano, Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Pavia - Casa editrice dott. A. Giuffrè. 1983. in 8, pp. 304. L. 18.000.
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del nuovo, a giudizio di Volpe, esisteva una estrema elasticità nei legami che stringevano ciascuna Potenza alle altre e la politica estera poteva essere fondatamente definita una creazione quotidiana . In questo periodo l'Italia, sostiene ancora Io storico abruzzese, viveva ima fase particolare né di isolamento né di esclusivo legame , che costituiva forse la politica più adatta ad una nazione di non grande mole e forza, che mal può vivere isolata senza danno, ma neanche tanto piccola e debole da doversi legare troppo ad altri più potenti con pericolo di perdere ogni legittima e possibile libertà d'azione . *> L'Italia era per dirla in termini più crudi ma non fuori misura nella contrapposizione dei due schieramenti della triplice intesa e nella triplice alleanza... l'anello più debole, con gravi problemi nei rapporti con l'Austria-Ungheria .
da questa affermazione che Guido Donnini muove per il suo articolato, motivato e ben costruito lavoro sulla pagina diplomatica conclusa a Racconigi, che l'osservazione è di Declcva non presenta... la portata potenzialmente eversiva rispetto alla Triplice alleanza, che si è creduto d'attribuirgli . 2>
Tommaso Tittoni, ministro degli Esteri dal novembre 1903 al dicembre 1909, salvo la parentesi del dicembre 1905-maggio 1906 con Di San Giuliano e Guicciardini, lavora con
i) G. VOLPE, Italia moderna, voi. II (1898-1910), Firenze, ed. 1973, pp. 113-114. 2) E. DECLEVA, Da Adua a Sarajevo. La politica estera italiana e la Francia 1896-1914, Bari, 1971, p. 357.