Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA STORIA COSTITUZIONALE 1876-1911; SENATO RIFORMA 1876-191
anno <1984>   pagina <72>
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Libri e periodici
bibliografia; è da dire poi che, mentre il Museo del Risorgimento chiarisce in modo unitario e complessivo vari aspetti del moto risorgimentale nella Venezia Giulia (il 1848, Mazzini e Garibaldi, la figura di Oberdan, l'intervento e la prima guerra mondiale, i Dalmati ecc.), il volumetto su Garibaldi raccoglie alcuni saggi sull'azione del generale Garibaldi nella medesima regione, sulle conseguenze delle sue iniziative, sull'irredentismo e sulla soprav­vivenza del mito garibaldino. Bibliografìa, note illustrative, schede e riproduzioni comple­tano il volume.
RENATO GIUSTI
LUCIO PUTTIN, Un popolo in esilio (Segusino, 1917-18): Treviso, 1983, in 8, pp. 70 con ili. S.p.
Sulla riva sinistra del Piave, dove il fiume esce dalla strétta di Quero, è il piccolo comune, di tremila abitanti, dove il 9 novembre arrivarono le fanterie germaniche, allineandosi lungo gli argini che mai avrebbero superato. Le loro trincee attirarono immediatamente il fuoco delle artiglierie italiane, schierate sulla sponda opposta: ma i loro proiettili andarono anche a colpire la popolazione civile, già sottoposta a taglieggiamenti e violenze d'ogni sorta da parte delle milizie occupanti. Queste, tra il 1 ed il 13 dicembre, disposero l'immediato e totale sgombero degli abitanti, obbligati a partire in poche ore, a piedi, con soltanto qualche carro, per recarsi ad alloggiare nei comuni di Tarzo e Fregona. Fu un anno terribile, sul quale spuntò l'alba solamente con ri bollettino del 30 ottobre 1918 con l'annuncio: La XII armata, operando a cavallo del Piave, ha raggiunto il limite sud dell'abitato di Quero, ha strappato al nemico Segusino ed ha conquistato il monte Cesen .
Accogliendo l'invito dell'Amministrazione Comunale, presieduta dal cav. Agostino Coppe, il prof. Lucio Puttin (figlio di profughi segusinesi), attivo componente del Consiglio Direttivo del Comitato Trevigiano dell'Istituto per la Storia del Risorgimento, attualmente Capo della Ripartizione Cultura del Comune di Treviso, ha scritto una interessante introdu­zione storica ed un breve commento a due documenti dell'epoca, che lumeggiano a tinte fosche la tragedia di quel piccolo popolo. Si tratta del Diario, o meglio dei Ricordi della grande guerra, redatti dalla signora Clelia Verri, pure profuga e moglie del sindaco del­l'epoca. Il secondo documento è una breve relazione indirizzata Y novembre 1918 da don Antonio Riva, cappellano del paese, al Prefetto di Treviso.
Il pur breve lavoro del nostro amico, senza indulgere a retoriche di sorta, inquadra nel contesto generale di quel tragico anno la triste sorte che fu anche dei suoi genitori, utilizzando anche riproduzioni di manifesti, volantini ed iconografie. Crediamo si tratti della seconda o terza pubblicazione sul tema profughi della grande guerra : vorremmo fosse possibile prender lo spunto per uno studio generale del fenomeno, che interessò la metà della provincia di Treviso, divisa in due dalla lìnea del fuoco.
Questo diciamo perché, dalla statistica ufficiale del 1920, sono dimenticati rutti i rifu­giati della Provincia di Treviso della sinistra Piave invasa: in nessun posto risulta, p. es., quanti sono gli abitanti di Segusino ricoverati a Tarzo ed a Follina. Questa è anche la situa­zione di altri quaranta comuni della Provincia di Treviso e di alcuni delle province di Venezia, Belluno e Vicenza. Tra meno di un quadriennio ci sarà il 70 di quel grande sacrifi­cio: non è giusto rimanga il solo ignorato! Nessuno c'è che se ne prenda carico?
Due notazioni: la signora Verri era figlia di quell'Edoardo lager noto agli studiosi del Risorgimento per la sua pregevole pubblicazione sui Corpi Volontari Veneti nel 1848-49; don Antonio, ricoverato all'Ospedale esausto per un anno dì tribolazioni alla difesa dei propri fedeli, moriva a Serravalle (Vittorio Veneto) il 2 gennaio 1919: dì lui segnaliamo puramente per completezza d'informazione una lettera ad un conoscente, scritta dal luogo dell'esilio, Fregona. il 4 novembre 1918 pubblicata sotto U titolo Vicende terribili e condotta esemplare di un sacerdote durante l'invasione, dal Bollettino della Diocesi di Padova, n. 2 (15 febbraio 1919), con ulteriori particolari di quella grande ed ignorata sventura.
GIOVANNI NETTO