Rassegna storica del Risorgimento
ZAMA PIERO
anno
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1984
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pagina
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344
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Libri e periodici
doganali e fiscali (e diremmo noi anche attraverso l'autorizzazione a introdurre in fabbrica l'infanzia abbandonata e le fanciulle derelitte), di una micro industrializzazione, una rivoluzione industriale nel corso della quale compaiono la grande fabbrica e i moderni macchinari, ma in cui coesistono modi di produzione diversi, pluralità di organizzazione del lavoro, che costituiscono con il primo elemento le caratteristiche del sistema produttivo Urinate. E qui il Dewerpe avanza anche lui l'ipotesi che, in fondo, a determinare il crollo del lanificio Urinate dopo l'Unità non siano stati tanto il Uberoscambismo, i trattati commerciali e l'unificazione del Paese: in questo senso riprendendo il filo di un intervento del sottoscritto al XLIX Congresso di Storia del Risorgimento Italiano.D
L'ultima parte del suo saggio il Dewerpe la dedica alla logica della stagnazione, una volta delineati i contorni indecisi e contraddittori del passaggio dalla protoindustrializzazione alla industrializzazione, concentrando l'attenzione .su una spia oltreraodo valida a indicare una crescita senza sviluppo, e cioè sullo sviluppo demografico dei centri della Valle del Liri e zone viciniori. Il risultato finale è che vi è una netta differenza tra la patria del lanificio, Arpino, che conosce anche un vario sUttare dell'attività imprenditoriale verso il fondo valle, e Isola Liri, il cui apparato produttivo si basa sull'industria della carta (una media impresa, ma anche una molto grande, come quella del Lefebvre), che non consente lavoro a domiciUo e si rafforza anche nel settore laniero verso gli anni 1850: in Arpino il tasso di crescita della popolazione è modesto; in Isola Liri, invece, assume ampie proporzioni sì da trovare un punto di riferimento nella ville-champignon à l'anglaise, véritable Manchester à la napoHtaine.
Allo stato attuale la ricerca del Dewerpe è quanto di meglio si possegga sul lanificio del Regno di Napoli.2) Egli, però, poteva anche essere più aggiornato sulle fonti: ad iniziare dalla inchiesta industriale degli anni 1840 per finire alle statistiche fornite dalla Camera di Commercio ed Arti di Terra di Lavoro, Benevento e Molise degli anni immediatamente successivi all'Unità d'Italia, che offrono un buon quadro del grado di sviluppo delle forze produttive degli opifici della Valle del Liri e che, pertanto, danno tutti gli elementi per valutare il risultato finale del processo iniziato alla fine del '700.
Inoltre il Dewerpe avrebbe potuto utilizzare uno spaccato davvero eccezionale dì una grande manifattura, che teneva occupati nel suo recinto agli inizi degli anni 1830 circa 400 operai e che avrebbe potuto fornire utili indicazioni anche ai fini di un discorso volto a individuare all'interno stesso della fabbrica, e nel nostro caso di una tra le più grandi e moderne, situazioni arretrate: mi riferisco all'opificio di Lorenzo Zino, di cui tratta una relazione a stampa stesa per ordine del Ministero delle Finanze da Ferdinando Visconti.
Riteniamo, inoltre, che il Dewerpe nell'ambito proprio di un'analisi volta a sottolineare, accanto alla modernità, tutti gli elementi di una situazione sorpassata, avrebbe fatto bene almeno a dedicare qualche pagina alla figura dell'imprenditore-capitalista che conserva, ancora nel!'800, anzi li accentua, i legami con la terra: dal Manna ai fratelli Francesco e Giuseppe Polsinelli, da Felice Viscogliosi ai Sangermano e Marcantonio Pelagallì, con tutta l'influenza che il rapporto con la terra può avere significato a livello di mentaUtà imprenditoriale,
I documenti di cui si avvale il Dewerpe provengono dall'Archivio di Stato di Napoli;
i) Ora in Arri del XLIX Congresso di Storia del Risorgimento italiano, Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, 1980, pp. 173-177; e ancora, Attività bancarie e Industria in Terra di Lavoro netl'800, In Caserta Economica, n. 6, giugno 1978. Il problema è stato ancora dal sottoscritto affrontato in un ampio saggio in corso di pubblicazione in Economia e società nella valle del Liri nel secc. XVlll e XIX. Atti del Convegno di Arpino, 3-4 ottobre 1981. Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Comitato di Caserta.
2) Comunque, si rimanda alla comunicazione (che poi è un lungo saggio) di Silvio De Majo al Convégno di srudi di Arpino cit.