Rassegna storica del Risorgimento

ZAMA PIERO
anno <1984>   pagina <348>
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Libri e periodici
GIORGIO MANZINI, Padroni e contadini. Il primo processo politico dell'Italia unita; Milano, Mondadori, 1983, in 16, pp. 186. L. 12.000.
ÀA.VV., La boje: ipotesi di ricerca, a cura di N. Azzi e E. DEL CANTO; Mantova, Ammini­strazione provinciale - Biblioteca archivio - Casa del Mantegna, 1983, in 8. pp. 230. S.p.
Mentre il primo volume, saggio-reportage di agevole lettura, studia la crisi agraria degli anni '80. la presa di coscienza delle plebi rurali tra Polesine e Mantovano, ed illustra problemi e personaggi del movimento contadino con particolare riguardo al processo di Venezia (1886), offrendo interessanti apporti documentari, il secondo pubblica gli Atti di una giornata di studio {Mantova, 17 aprile 1982) e si propone finì forse più ambiziosi ed in parte seriamente realizzati. Da un lato infatti offre un'impostazione del problema storico (Papagno) secondo un'angolazione nuova e di larghe vedute, scevra di particolarismo, e dall'altro mette a disposizione dei lettori una serie di studi specifici che, inerenti al tema principale, danno un effettivo contributo alla conoscenza e ricostruzione'dell'intero problema. Si tratta di saggi circa l'agricoltura e il movimento contadino fine '800 (Braga), Attilio Magri e il suo testamento agrario (Giusti), produttività e salari negli anni della boje! (Cavazzoli); menzione particolare merita la raccolta-illustrazione di documenti sulla boje e il processo di Venezia (Salvadori) che integra opportunamente i documenti reperiti dal Manzini.
RENATO GIUSTI
NICOLA BORRETXT, Episodi del brigantaggio reazionario (dal '60 al '70) nella campagna sessana di Terra di Lavoro, a cura del gen. GAETANO TAMBORRINO ORSINI; Perugia, Centro Studi Minturnae. 1983, in 8. pp. VII1-69. S.p.
Non è che il Borrelli sia stato un testimone delle vicende o che abbia mostrata nel corso della sua vita predilezione per gli studi risorgimentali: egli è stato un noto studioso, invece, della civiltà aurunca (era nativo di Piedimonte di Sessa Aurunca). Il rac­conto del Borrelli si basa da una parte su una memoria a stampa indirizzata al Parlamento Italiano a nome della popolazione di Piedimonte di Sessa nel febbraio del '66 dal parroco liberale Erasmo Capizzi. che riassume i misfatti compiuti dai briganti nella campagna sessana dal '61 e l'atteggiamento, definito blando, del Governo italiano nella repressione; dall'altra sulle memorie raccolte da quanti ai suoi tempi ancora vivevano, come il proprietario Armando Vcrrengia, nipote di vittime delle bande Fuoco e Tommasino. Notizie utili il Borrelli ricava anche da un'altra nota stesa sempre dal parroco Capizzi per il prefetto della Provincia nel corso sempre del '66 e non inoltrata, dalla quale emerge sempre l'incita­mento rivolto al Governo per una più massiccia repressione. La famiglia del parroco avrebbe pagata con l'assassinio di un suo componente l'essere alla testa di un movimento di riscossa.
La documentazione raccolta dal Borrelli. tra In quale si inserisce ancora un altro * memoriale del Capizzi per il Ricasali., presidente del Consiglio dei ministri, che rimonta