Rassegna storica del Risorgimento
ZAMA PIERO
anno
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1984
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pagina
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353
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Libri e periodici
353
coscienza e del progetto, sono da segnalare i presenti volumi; anche se risulta difficile il far luce su un mondo senza storta, immobile nella sua realtà secolare, la raccolta ed il reperimento di fotografie, documenti, dati statistici, testi letterari e di folklore, mettono a disposizione degli studiosi materiali e filoni nuovi per ulteriori approfondimenti e ricerche. Mentre il volume su Volta Mantovana documenta l'insorgere, il diffondersi della pellagra, le varie forme di assistenza, la conclusione di questo vero flagello nel secondo Ottocento, il primo volume illustra lo svolgersi della vita contadina in un paese del basso mantovano, narrando le vicende connesse con le agitazioni bracciantili, le condizioni economico-sociali, i lavori di bonifica ecc. in un territorio collocato tra Oglio e Po (S. Matteo delle Chiaviche). Di impianto prevalentemente letterario, il volume a cura del Negri propone una visione attenta e articolata a vari livelli della bassa padana, parlando di bonifiche e forme di coltivazione, di produzione e consumi, di stagioni e di uomini, di proverbi e di sensibilità femminile, e soprattutto del Po e dei fiumi che solcano e fanno vivere il territorio. Introduzioni e diligenti note completano il volume.
RENATO GIUSTI
ANTONIO LAZZARINI, Contadini e apicultura. L'inchiesta Jacini nel Veneto; Milano, Franco Angeli Editore, 1983, in 8, pp. 355. L. 28.000.
Continuando le sue ricerche per l'area del Veneto rurale del secondo Ottocento, con particolare riguardo all'emigrazione, al movimento cattolico, alla distribuzione della proprietà ecc., il Lazzarini con il presente volume ha portato un ulteriore contributo alla miglior conoscenza del mondo contadino, contributo assai utile sotto il profilo della documentazione inedita e poco nota e dell'interpretazione dell'Inchiesta Jacini per il Veneto; pubblicando le memorie presentate al concorso (e rimaste inedite), integrando con tali fonti la relazione del Morpurgo, il Lazzarini raccoglie un'ampia rassegna di fonti per lo studio della agricoltura e della popolazione del Veneto, fornisce strumenti e materiali di effettivo interesse ai ricercatori desiderosi di approfondire in modo analitico o globale la realtà del Veneto rurale negli ultimi decenni dell' '800 e infine, per parte sua, traccia nell'introduzione una lucida disamina di problemi, personaggi, momenti nodali dell'economia della regione mettendo a profitto fonti edite e inedite, statistiche, dibattiti tra economisti, parlamentari ed esponenti politici. La fisionomia produttiva e quella sociale del Veneto andavano così, per mezzo dell'inchiesta agraria, delineandosi con maggior precisione, anche nelle loro articolazioni territoriali: ma quelli che emergevano con particolare vivezza erano i caratteri generali, riconducibili da un lato alla stazionarietà dell'economia agricola, con la presenza tuttavia di fattori dinamici che non avrebbero mancato di farsi sentire più decisamente in seguito, dall'altro all'alto grado di organizzazione e di compattezza della società rurale, che avrebbe ostacolato l'avanzare del processo di disgregazione avviato dalla crisi agraria limitando le trasformazioni profonde all'area padana dove all'espandersi del modo di produzione capitalistico si accompagnava la formazione di nuove classi sociali ben definite e frontalmente contrapposte (p. 60). Invero la radiografia dell'inchiesta soltanto in parte riusciva a cogliere accenni e momenti di quella crisi agraria e sociale che, alcuni anni più tardi, sarebbe sfociata nei moti della bojel, nella lotta per le tariffe e mercedi, nelle grandi trasforamzioni produttive con la creazione di nuove terre (tramite le opere di bonifica), nelle associazioni contadine, leghe di resistenza o cooperative ecc.; la relazione del Morpurgo (qualificato esponente della Destra), assai attenta alle condizioni dei contadini, alla piaga della pellagra, all'insufficiente salario, alla scarsa alimentazione ecc., fu accolta non senza critiche e malumore da possidenti, pubblicisti e comizi agrari, che, pur riconoscendo la gravità della situazione nelle campagne, non accettavano giudizi cosi pesanti {concernenti la proprietà, le classi dirigenti, le amministrazioni ecc.), né condividevano le indicazioni e proposte avanzate dal Morpurgo