Rassegna storica del Risorgimento

ZAMA PIERO
anno <1984>   pagina <355>
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Libri e periodici
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A F. M. BIAGINI, In Russia tra guerra e rivoluzione: La Missione militare italiana, 1915-1918. Presentazione del col. Pierluigi Bcrtinaria; Roma, Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito, 1983, in 8, pp. 203, con ili. L. 6.000.
L'Autore, docente di storia dell'Europa orientale nell'Università di Messina, utilizza i fondi Missione italiana in Russia e Corpo di spedizione italiano in Estremo Oriente nell'Archivio dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito per ricostruire le vicende della Missione militare italiana in Russia dal 1915 al 1918. Inviata a Pietroburgo, in ottem­peranza alla Convenzione militare prevista dal Memorandum di Londra del 26 aprile 1915 (che prevedeva un collegamento diretto con gli alleati a Parigi e con lo Stato Maggiore russo) vide ampliarsi i suoi compiti, nei tre anni in cui fu operante, estendendo la sua azione all'assistenza degli italiani residenti in Russia, specialmente dopo la rivoluzione. Si occupò anche dei prigionieri austriaci delle terre irredente, che è la parte forse meglio conosciuta di questa storia. Dal marzo al luglio del 1918 la Missione militare dovette supplire alla attività diplomatica interrottasi.
Gli sviluppi della rivoluzione russa sono, naturalmente, seguiti con molta attenzione. Una relazione del gen. Romei Longhena del febbraio 1917 è generalmente bene informata ed equilibrata. Le cause remote e vicine della crisi sono indicate con acutezza. Un rovescia­mento violento della situazione di sfacelo militare e politico era, del resto, prevista e ritenuta ineluttabile. Più volte ne erano state indicate le cause nel governo autocratico, nel distacco dell'opinione pubblica, nell'immobilismo sociale, nel persistere di simpatie per la Germania e anche nella condizione della Chiesa ortodossa. Sono interessanti, a questo proposito, le osservazioni sul diffondersi di movimenti mistici di ogni genere, mentre il capo della Missione tende a non sopravvalutare l'importanza di Rasputin. Il Romei Longhena conservò, però, per lungo tempo, la speranza che il moto potesse essere ancora incanalato nell'alveo di un riformismo liberale e di un governo monarchico costituzionale. Più tardi, avendo la Missione rapporti diretti con i rivoluzionari e con lo stesso Trotzkij, sono osservati con critico distacco gli ingenui tentativi degli alleati di attirare nell'orbita dell'Intesa un ricostituito esercito russo.
La Missione militare italiana, della quale l'A. con acutezza segue l'allargamento dei compiti, via via che la crisi della Russia si aggravava, fu una delle ultime a partire da Mosca; rientrò in Italia nell'agosto del 1918, quando già si profilava imminente il crollo degli Imperi centrali.
I dispacci dell'addetto militare a Pietrogrado, col. Ropolo, come quelli del maggiore Tonelli e del generale Romei Longhena (che, in seguito, avrà incarichi importanti presso la Conferenza della Pace, nella Commisione per l'Alta Slesia e in Polonia) sono dettagliati e precisi e vanno oltre la stretta finalità di collegamento dei due stati maggiori alleati. Segnalano le enormi perdite di vite umane, la morte in battaglia di quasi tutti gli ufficiali e sottufficiali in servizio permanente; l'armamento insufficiente e, negli ultimi tempi, l'affievolirsi della disciplina, che prima era rigidissima (Romei Longhena scrive che il regolamento era tutto un codice di durezze non necessarie che faceva dell'ufficiale il padrone, del soldato lo schiavo , p. 137), ma illustrano anche la situazione economica sempre più grave, essendo venuti a mancare i cespiti del commercio con l'estero di grano e legname, mentre non si era provveduto a uno speciale bilancio per le spese di guerra.
Viene segnalata a Roma la quasi totale disinformazione dell'opinione pubblica russa, anche di alto livello, nei riguardi dello sforzo militare italiano, mal conosciuto e poco apprezzato. Si lamenta la carenza di fondi per una propaganda efficiente e la mancanza di una persona del mestiere , che, alla fine, sì crede di trovare mettendo a capo dell'ufficio stampa della Missione Armando Zanetti, corrispondente del Giornate d'Italia In Russia e, per questo compito particolare, richiamato alle armi.
L'A. da rilievo al problema del recupero del prigionieri delle terre irredente in mano russa. Un'azione non facile, oltre che per la naturale diffidenza degli interessati, molto forte all'inizio, anche per la concorrenza croato-slovena per i provenienti dalle regioni di Gorizia e di Trieste, dall'Istria e dalla Dalmazia. L'apposita Commissione visitò attraverso tutta la