Rassegna storica del Risorgimento
HOFER ANDREAS; STORIOGRAFIA ITALIA; TIROLO STORIA 1809
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1984
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Umberto Corsini
pubblicate a Lipsia nel 1844, rimproverava alla cultura tedesca, di interessarsi cioè solo al lontano passato della storia d'Italia, alla sua epoca classica e rinascimentale, e poco o nulla al suo presente, poteva essere detto in parte maggiore o minore anche della cultura italiana del tempo, nei confronti del mondo tedesco. Ma anche prescindendo da ciò era possibile assimilare Andreas Hofer nella spiritualità risorgimentale, per un aspetto in verità essenziale, quello dell'amore per la propria terra natia e per la sua indipendenza, seppur per molti altri no.
Il Risorgimento, in Italia come nel resto d'Europa ebbe non solo la aspirazione alla libertà e indipendenza delle Nazioni, ma anche un'anima innovatrice e di liberazione dalle vecchie strutture politiche, sociali e chiesastiche, rivolta alla costituzione di un tipo di società statale caratterizzata da nuovi rapporti tra i ceti e tra la sfera civile e la sfera religiosa nella vita pubblica. L'Hofer si era presentato invece come un conservatore ed un restauratore dei tradizionali rapporti tra società civile e società religiosa contro le radicali riforme introdotte nel -diritto pubblico e nell'amministra-zione degli Stati, derivate dal pensiero rivoluzionario e attuate sul modello napoleonico dalla Baviera.
Inoltre, era la diversa valutazione del dominio e del periodo napoleonico che influiva in Italia sul maggior o minore interesse verso le imprese hofe-riane e sul giudizio che di esse e del loro condottiero veniva dato. Tanto in Germania, tranne in Baviera e parzialmente nei paesi della Confederazione Renana, quanto nell'Austria degli Asburgo, Napoleone fu, e fu visto, come l'invasore e l'oppressore straniero e se consensi trovò in alcuni ristretti ambienti culturali e politici, ciò fu per quel che il suo sistema realizzava di svecchiamento delle strutture sociali secondo le idee che avevano informato il 1789 in Francia. Fuori di ciò egli ebbe carattere e figura di despota straniero che con la forza dei suoi eserciti opprimeva Stati e popoli, libertà locali e indipendenza nazionale. Il suo contributo a questa aspirazione essenziale del Risorgimento fu positivo in tanto in quanto nella repressione che ne fece la rese più cosciente e agognata. In questo quadro di giudizi, non certo errati, la figura di Andreas Hofer giganteggia come quella di un combattente eroico per la libertà della propria terra e della propria gente e la storiografia tirolese, austriaca e tedesca ne ha esaltato quest'aspetto, giungendo, come nello Hirn e nel Voltelini, ad attribuire all'insurrezione dell'Anno Nove un'influenza europea nello sviluppo delle idee di nazionalità e di indipendenza nel secolo XIX. Ciò che apparve, a dir il vero, eccessivo allo storico e giurista trentino Francesco Menestrina1) nella recensione che fece delle opere dello Hirn e del Voltelini, e di quella del Menghin: certo non negava l'anima patriottica dell'Hofer, ma ne riconduceva il raggio di influenza a più modeste proporzioni e sul piano emotivo più che su quello ideologico. Trattasi di una questione di misura nell'adozione di parametri interpretativi.
Più che l'idea di Nazione ebbe presa su Hofer e gli insorgenti tirolesi quella di fedeltà dinastica agli Asburgo e anch'essa nei limiti di una autonomia del Land che giungeva sino all'indipendentismo da Vienna. Per Hofer la
i) In Trìdentum, XII (1910), pp. 243-252, recensione a I. Hirn, Tirols Erhebung im fahre 1809; H. VOLTELINI, Forschungen und Beitrtige zur Geschichte des Tiroler Aufstandes im fahre 1809; A. MENGHIN, Andreas Hofer und das Jahre 1809.