Rassegna storica del Risorgimento
HOFER ANDREAS; STORIOGRAFIA ITALIA; TIROLO STORIA 1809
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1984
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Andreas Hofer
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Patria era la piccola Patria tirolese, non l'Impero multinazionale, né la Nazione tedesca, contro una parte della quale, la Baviera, egli aveva sollevato la sua gente. E quanto alla istanza primaria dell'autonomia regionale, tanto ampiamente intesa da fare del Land un piccolo staterello quasi federato con gli Asburgo, ma ben distinto da Vienna e dal suo governo, va ricordato che nel 1814, quando era ancor viva la memoria di Hofer, l'opposizione tirolese alle tendenze centralizzatrici di Vienna si alzò fortissima, con ripetute petizioni all'Imperatore. Nella tarda estate del 1813 una rinnovata sollevazione tirolese, che ripeteva in misura minore quella hoferiana, prestava motivo alla tesi dell'autoliberazione del Tirolo, in contrapposizione a quella della liberazione e della conquista di esso da parte dell'Austria, e a rivendicare i diritti di completa autonomia del Paese.
Tra l'interpretazione estensiva del significato e valore europeo dell'insurrezione hoferiana, sostenuta dalla storiografia austro-tedesca e quella riduttiva del Tolomei e altri nazionalisti, di cui diremo in seguito, che intendono ricondurla a una piccola sollevazione di alpigiani, ancora una volta la verità sta tra i due estremi.
Nel mondo culturale politico italiano, la presenza e l'azione di Napoleone non fu giudicata solo negativamente, anche per quanto atteneva al superamento del frazionamento regionalistico e al disegno di costituzione di uno Stato italiano. A Napoleone andava fatta risalire la costituzione della Repubblica Italiana e del Regno d'Italia che, specialmente dopo la restaurazione imposta dal Congresso di Vienna, furono visti ed interpretati quali momenti e simboli precursori del moto unitario e indipendentistico risorgimentale. E perciò, pur se non pochi dei coevi e degli storici finirono per avvertire e giudicare che sotto le proclamazioni di libertà nazionale e indipendenza, anche il napoleonico Regno d'Italia era pur soggetto a dominazione straniera, quel Regno d'Italia restò un miraggio e una speranza nei decenni posteriori e a Napoleone rimasero avvinti consensi e simpatie.
Andreas Hofer fu, nei limiti di spazio, di programmi politici e di tempo in cui agì, l'antinapoleone; rappresentò per tutto il secolo in cui si sviluppò il Risorgimento italiano l'esempio di fedeltà usque ad mortem al Sovrano dell'Impero d'Austria ohe nelle vicende risorgimentali fu e fu visto, come i suoi successori, quale principale ostacolo al processo unitario e indipendentistico italiano. Ci si rende con ciò ragione del perché la sua figura e le vicende di cui fu protagonista furono scarsamente prese ad oggetto dalla storiografia italiana di corrente liberale e patriottica in tutto l'Ottocento.
E quando, agli inizi del nostro secolo, entrò con la metodologia storica di Alessandro Luzio il principio àeìl'audiatur etiam et altera pars per avviare alla normale e feconda funzione dialettica della storia (come ricorda Walter Maturi, pur con molte riserve sul valore esclusivo del metodo filologico puro) la figura e l'opera di Andreas Hofer subivano ormai, specialmente nella pubblicistica polemico-politica, un travolgimento e un travisamento nell'infuocato clima dello scontro tra pangermanesimo e irredentismo. Il primo erigeva Hofer a simbolo e bandiera dell'unità del Tirolo da Kufstein ad Ala, ne faceva il leader di un patriottismo regionalistico tirolese comprendente anche il Trentino italiano, contro i fermenti e le tendenze di questo a separarsi da Innsbruck e da Vienna, Il secondo, l'irredentismo, contro quell'utilizzazione in chiave politica della figura dell'Hofer, reagiva, non sempre con misura,