Rassegna storica del Risorgimento
HOFER ANDREAS; STORIOGRAFIA ITALIA; TIROLO STORIA 1809
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Umberto Corsini
La diversa misura con la quale trentini e tirolesi parteciparono alla insurrezione hoferiana è questione toccata prevalentemente, come è ovvio e come già si disse, dalla pubblicistica locale e dalla storiografia delle due terre. Analoga questione è stata posta riguardo alle motivazioni, ai sentimenti e alle aspirazioni politiche che indussero i trentini a prendere parte attiva all'insurrezione. Il barone Hormayr nella edizione popolare della nota Filippica divulgata in migliaia di copie in lingua tedesca e in lingua italiana, rivolgendosi dunque anche ai trentini oltre che ai tirolesi, invitava tutti a sollevarsi in armi fiir Kaiser und Vaterland, fiir Freiheit und Wollfahrt, fiir das grosse Werk der Erlòsung . Certamente tutti questi furono i fini postisi dagli insorgenti tirolesi; ma non tutti o per lo meno non tutti con la stessa tensione lo furono per gli insorgenti trentini. Già abbiamo visto in proposito i giudizi dello Hirn e del Voltelini che sollevano ampie riserve sullo spirito patriottico tirolese e filoasburgico degli insorti e della popolazione trentina. Su questa linea si pongono anche gli storici italiani, del Trentino e fuori del Trentino (come ad esempio Italo Caracciolo di cui parleremo in seguito) ponendo in rilievo altre motivazioni che avrebbero indotto la gente trentina a prender parte all'insurrezione. Non ci sembra che su ciò sia esistito un contrasto tra gli storici italiani; ma ciascuno di essi è portato ad indicare con maggior forza piuttosto uno che un altro fattore morale, politico o amministrativo, determinante la partecipazione all'insurrezione. Che questa partecipazione vi sia stata, effettiva seppur in misura e con spirito discutibile, lo possono negare solo dei saggisti deviati nei loro giudizi da passioni nazionalistiche eccitate dal clima politico del momento in cui scrivevano. Di Ettore Tolomei già si disse. Ma non possiamo non citare ancora, seppur con rammarico perché per altri argomenti è degno di credibilità, Giovanni Oberziner che deplora il fatto che quasi tutti gli scrittori che trattano di questa insurrezione si esprimono in modo, come se il Trentino avesse fatto causa comune col Tirolo e come se una sola aspirazione, una sola parola d'ordine dominasse dalle Alpi Tirolesi alla Chiusa di Verona .
Una sola parola d'ordine e ima sola aspirazione uguale fra Trentini e Tirolesi non v'era stata; ma causa comune certamente vi fu. Volerla negare è fare un'inutile violenza alla verità dei fatti. L'intento politico dell'Oberziner e di altri come lui era quello di escludere in modo assoluto che nella storia vi fosse mai stata oltre che una vicinanza geografica anche una qualche collaborazione tra la gente trentina e la gente tirolese, per evidenziare la nazionalità italiana dell'una e la nazionalità tedesca dell'altra. Ma il fatto singolare e se si vuole anche mirabile della storia trentina, che la differenzia da quella di tutte le altre regioni d'Italia, comprese per certi aspetti anche quelle del confine orientale, è che non ostante una secolare collocazione e rete di rapporti politici, amministrativi, economici e istituzionali nell'Impero di nazione tedesca, con gli Asburgo e con il Tirolo, il Trentino abbia spontaneamente conservato intatte lingua, cultura e nazionalità italiana. Era un fatto che rendeva, anche nell'epoca dell'irredentismo e rende anche oggi inutile, oltre che non veritiera, la tesi che non vi sia stata convergenza di interessi comuni tra la gente trentina e la gente tirolese in nessun momento della storia loro.
9) GIOVANNI OBHRZINEK. L'annessione del Trentino al Regno Italico, in Risorgimento Italiano, III (1910), fase. I e li.