Rassegna storica del Risorgimento
HOFER ANDREAS; STORIOGRAFIA ITALIA; TIROLO STORIA 1809
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1984
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Andreas Hofer
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interessi contrastanti, e la collaborazione di genti di nazionalità diversa e l'aiuto di Potenze diverse.21)
Guerra di religione come guerra ideologica, di un ordine istituzionale e sociale consolidato contro un nuovo ordine che veniva imposto con la forza delle idee, ma anche delle armi; e guerra per conservare sì una confessione religiosa, che nella sua organizzazione e potere spirituale e politico di quell'ordine era stata per secoli fondamento e sostegno, ma anche per difesa di un avito mondo di valori religiosi, morali, familiari che trovava il suo punto di riferimento nel trascendente divino.
La guerra di religione nelle popolazioni della cerchia alpina di lingua tedesca e di lingua italiana che allora insorsero, si identificava con la guerra in difesa della religione cattolica, della Chiesa romana e del suo clero colpiti in spirito di empietà sembrava alla gente dal laicismo rivoluzionario, giacobino, dalle riforme legislative e amministrative e dal cesarismo napoleonico che si sovrapponeva al Papato e alla gerarchia ecclesiastica. Ma si identificava anche con una sincera religiosità che altri ieri e oggi potevano e possono irridere e che però costituiva un fattore non ignorabile della mentalità di quelle genti e una molla scatenante un'insurrezione realmente popolare e interclassista.
In questa guerra di religione nobiltà, clero e contadinato convergono per la restaurazione di un ordine politico-sociale in cui per altri motivi si erano pur trovati prima in contrasto e in lotta. La collaborazione tra i diversi ceti è suggerita, invocata ed ottenuta facendo leva su fattori ideali di valore generale (la libertà delle piccole patrie, la fedeltà alla religione e alla Chiesa) e su fattori locali (le tradizioni autonomistiche regionali e comunali acquisite nella coscienza popolare).
Non è presente con rilevanza determinante il fattore economico classista, il che colora questa vasta insurrezione popolare in modo singolare e difforme da molte altre della storia. E infatti in tutta la storiografia e la letteratura italiana sulle vicende dell'Anno Nove non ha pressoché alcun rilievo il tema delle condizioni economiche del popolo insorto, poiché non sono esse la causa dell'insurrezione, neppure collateralmente. Non esiste la rivolta di una classe contro l'altra e nemmeno dei lavoratori della terra non possidenti contro i Bauern possidenti, titolari dei diritti di rappresentanza negli Stati provinciali. Anche le interpretazioni marxiste della storia ci pare si siano astenute o fermate di fronte a questa peculiarità dell'insurrezione tirolese nella quale si assiste ad una massiccia azione popolare che coinvolge anche i ceti più umili e più poveri, mossi non dalla lotta di classe ma da ragioni morali, religiose e patriottiche. Ad Andreas Hofer restò incollato il giudizio di Friedrich Engels che lo bollava di ignoranza, bigottismo e fanatismo vandeano. Non era un democratico, nel significato marxista del termine, l'Hofer, e perciò da non prendersi ad esempio dai democratici. Coerentemente la storiografia marxista, che ha riservato in Italia e fuori l'Italia tanta attenzione anche recentemente alla guerra dei contadini del 1525, ha ignorato l'insurrezione contadina tirolese del 1809.
21) J. HIRN, Englische Subsidlen Jiìr Tirol und die Emigranten voti 1809, Innsbruck, 1912; P. PEDROTTI, Alcuni documenti sui sussidi inglesi agli insorti del Noce in Alto Adige, in Archivio per l'Alto Adige, XXXV <1940), fase. II, pp. 79-99.