Rassegna storica del Risorgimento

HOFER ANDREAS; STORIOGRAFIA ITALIA; TIROLO STORIA 1809
anno <1984>   pagina <403>
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Andreas Hofer
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in lotta, quella degli Asburgo. Di qui la lucida ispirazione patriottica del­l'insurrezione tirolese.
Quanti in Italia ne scrissero, storici e letterati, la ammirarono per questo suo aspetto e la esaltarono, assimilando l'Hofer tra gli eroi del Risor­gimento, non certo di quello italiano, ma del più generale moto risorgi­mentale nazionale in Europa. Eppure non è così chiara la possibilità di collocare l'Hofer nel moto risorgimentale, né è sufficiente a ciò l'esser stato egli un sincero ed eroico patriota. Che se il patriottismo fosse un elemento sufficiente di per sé, noi dovremmo allargare lo spirito risorgimentale ad ogni epoca storica, all'indietro sino alla classicità greco-romana.
Per Nazione e Patria l'Hofer e i suoi compagni intendevano la piccola patria lo abbiamo già osservato non la Nazione culturale nella sua unità storica superiore ai frazionamenti politico-territoriali intervenuti nel corso dei secoli, frazionamenti da superarsi semmai, non da conservarsi. Il concetto dell'unità politica della Nazione, che con quella dell'indipendenza costituisce l'ideale risorgimentale, non informa l'insurrezione hoferiana. La Patria dell'Hofer è il Tirolo, non la Nazione tedesca, è il paese ove si vive con la propria famiglia, nella propria casa, sui propri campi, con le proprie consuetudini locali che non devono essere turbate non solo da uomini di altra lingua e cultura, ma neppure da connazionali.
Il rapporto politico con gli Asburgo si era instaurato sin dal secolo XIV su queste basi e su di esse si era mantenuto sino alle prime avvisaglie della razionalizzazione centripeta dei domini degli Asburgo, con Maria Teresa e Giuseppe II. Andreas Hofer, che non fu certamente un uomo politicamente eminente per pensiero e dottrina, come accentua la storiografia italiana nazio­nalista ma come non contesta neppure quella di lingua tedesca, 27> assorbì lo spirito di quel mondo chiuso, poeticamente caldo di sentimenti, e per esso si batté. Chi pensava ad una soluzione politica unitaria della questione nazio­nale non poteva stare dalla parte di Hofer; vi poteva stare invece chi, come il Botta di cui diremo, parteggiava per la validità degli Stati regionali esal­tandone la loro idoneità a corrispondere alle libertà locali e alle tradizioni, in difesa contro il centralismo uniformatore.
Ma v'era l'altro aspetto delle imprese hoferiane, quello colorito da spirito di conservazione, di restaurazione, di clericalismo, a rendere problematica la assimilazione dell'Hofer nel moto risorgimentale, non solo italiano ma anche europeo, onde è che i suoi laudatori si trovano più nei circoli culturali di ispirazione cattolica antirisorgimentale che tra quelli liberali e laici.
Componimenti letterari, con pretesa di impegno intellettuale e storico-politico, od altri rivolti al popolo per il suo ammaestramento, presentano l'Hofer come l'eroe della patria, il defensor fidei et Sanctae Ecclesiae, in modo corrispondente a come l'Hofer aveva presentato se stesso nel pro­clama del 4 agosto 1809, Combattiamo per Dio, la religione, la patria .
Più che la storiografia e la letteratura sul Risorgimento è la storiografìa e la letteratura del Risorgimento che fa sentire le sue voci su Andreas Hofer e l'insurrezione del Nove. Così, ricorderemo che nel 1837 esce a Este un
27) Buono, onesto, pio, santo, fedele a Dio, alla Chiesa, al Sovrano, questi sono gli appellativi che nella storiografia e letteratura italiana ma anche in quella di lingua tedesca sono attribuiti ad Andreas Hofer. Sulle sue capacità di uomo politico, nel senso