Rassegna storica del Risorgimento
HOFER ANDREAS; STORIOGRAFIA ITALIA; TIROLO STORIA 1809
anno
<
1984
>
pagina
<
412
>
412
Umberto Corsini
di uomini da arruolarsi, altro quello degli effettivi arruolati e disponibili alle operazioni militari nelle singole compagnie. Le compagnie tirolesi contavano da 100 a 150 uomini con 3 ufficiali; tra quelle trentine ne abbiamo rinvenute 4, ad esempio, che complessivamente sommavano 4 capitani, 8 caporali e 96 comuni. Gli elenchi forniti da storici tirolesi e trentini, delle compagnie di levati o volontari del Trentino, indicate di consueto solo col nome del loro comandante, non sono sufficienti a quantificare la reale partecipazione armata del Trentino alla insurrezione hoferiana.
Se non ci fu una totale partecipazione armata trentina da interpretarsi come un pronunciamento del paese a favore del Tirolo e degli Asburgo, la sua mancanza non va neppure giudicata come una presa di posizione politica avversa a Innsbruck e a Vienna. La gente trentina era, a ragione, stanca e decisa a difendere se stessa non da francesi o austriaci o bavaresi, ma dalla guerra e dalle imposte contribuzioni: in Valsugana, a Borgo, nel settembre, un congresso di tutti i capifamiglia deliberava di non fornire né armati né i 4.000 fiorini chiesti come contropartita. Ma, a completare obiettivamente il quadro, devesi però anche aggiungere che fra i trentini vi furono singoli uomini che per la loro partecipazione attiva all'insurrezione in qualità di capi di compagnie di insorgenti e combattenti, a guerra finita ebbero ricompense e riconoscimenti di benemerenza: lo Hirn (cit.) ne ricorda 12; di altri animosi, tra i quali la giovane Giuseppina Negrelli di Primiero, si potrebbe pure fare il nome. Ma c'è un dato che, a nostro avviso, meglio di ogni altro consente di quantificare il diverso contributo in vite e in danni sofferti dal Trentino e dal Tirolo per la guerra di liberazione e lo fornisce Hans Schmòlzer: ** su 931.786 fiorini erogati dalla Commissione governativa di liquidazione di Innsbruck per sanare le piaghe lasciate dall'insurrezione, al Trentino ne furono assegnati 17.468. Il rapporto tra il totale e il parziale è molto significativo. Infine non sarebbe privo d'interesse affrontare anche la questione di come nella storiografìa italiana sia stato giudicato lo status giuridico dei combattenti tirolesi nelle compagnie hoferiane. Lasciati a parte i reparti regolari dell'esercito imperiale che vennero a dar mano agli insorti, questi furono genericamente indicati come briganti e banditi nella storiografia italiana e tanto più in quella francese. La questione che si pone non riguarda il loro comportamento, ma la loro natura di combattenti regolari sia pure in forza di ordinamenti speciali aventi vigore di legge nel paese, o di ribelli fuori della legge e contro di essa.
Del loro comportamento già si è detto: nel Trentino alcune bande di insorgenti furono effettivamente di briganti, mentre nel Tirolo tedesco le milizie hoferiane, pur in una lotta feroce contro i reparti bavaresi, ebbero il carattere e il comportamento di vere e proprie formazioni militari regolari.
Che all'occupante straniero sia sempre utile agli effetti psicologici e per aver mano libera nella repressione, definire briganti o banditi coloro che prendono le armi contro di esso, è cosa consueta e nota. Ma nel caso tirolese l'assimilazione fatta di difensori del paese con briganti o banditi è assolutamente da respingere.
*Q HANS SCHMOLZER, Andreas Hofer und selne Kampfgenosaen, Innsbruck, 1905. Ricordiamo, per inciso, che una somma ingente fu data dall'Inghilterra (vedi nota 21) il che testimonia tra l'altro dell'importanza riconosciuta sul plano militare e politico internazionale all'insurrezione hoferiana.