Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ITALIANI MESSICO 1820-1835
anno <1984>   pagina <422>
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422 Luciano G. Rusich
sicano in Europa, incaricato di reclutare uomini esperti in ogni specie d'industria. Tramite il Gorostiza, Claudio Linati invia una domanda firmata da lui e dal suo socio Gaspare Franchini al ministro del Messico a Londra, José Mariano Michelena. In questa domanda, i due esuli italiani si offrono d'installare in Messico una litografia, una calcografìa per carte topografiche e disegni d'architettura militare e civile, e s'impegnano a insegnare gratui­tamente queste arti. In cambio richiedono il trasporto gratis per loro, per i due operai al seguito e per i materiali dell'impresa, nonché la priorità sui lavori di cui il governo messicano avesse avuto bisogno.
Dopo uno scambio di lettere con i rappresentanti del governo messi­cano, le condizioni dei due italiani vengono accettate e questi si recano a Londra per imbarcarsi. Il 18 giugno del 1825 salpano per il Messico sul brigantino da guerra messicano El Bravo. I primi mesi della sua perma­nenza in questo paese, furono difficilissimi per il Linati. Da quanto consta da una lettera del mese di dicembre, egli si lamenta che non gli erano ancora arrivati i materiali della stamperia e che il socio, ammalato dal momento del suo arrivo in terra americana, contribuiva ancor più, con il suo stato, a peggiorare la loro situazione economica, che rasentava l'indi­genza. Finalmente, durante il mese di gennaio, riesce a impiantare lo stabi­limento litografico, ma nella prima quindicina dello stesso mese muore d'idro­pisia l'amico e collaboratore Gaspare Franchini. Si associa quindi con Fiorenzo Galli, conosciuto in Catalogna e, più tardi, con José Maria Heredia, il celebre poeta cubano. È facile concludere che il Messico non offriva al Linati le opportunità che certamente egli aveva sperato: dal mese di feb­braio, il suo lavoro si era ridotto alla pubblicazione de Et Tris, una rivista letteraria, e ad alcune sporadiche litografie. La vera crisi, però, scoppia verso la metà dell'anno quando Heredia, a causa di divergenez ideologiche, lascia la redazione del giornale. Gli subentra Orazio de Attellis marchese di Sant'Angelo il quale, in seguito, verrà espulso dal paese.
Da una lettera datata 27 luglio 1826, scritta dal Linati, si sa che egli aveva chiesto al governo messicano un indennizzo per ritornare in Europa insieme ai suoi due aiutanti Carlo Satanino e Luigi Brotti di Scagnello. Dopo uno scambio di lettere, il governo del presidente Guadalupe Victoria gli concede il passaporto il 27 settembre del 1826. Circa due mesi dopo, il 13 dicembre, il Linati ed i suoi due aiutanti lasciano Vera Cruz a bordo della nave Conveyance diretti a New York, dove il Linati rimarrà un mese. Il 15 gennaio del 1827, s'imbarca sulla nave da carico Dawn per arrivare ad Ambères esattamente due mesi dopo. Da Ambères si reca a Bruxelles. Vi rimane sino al 1829 scrivendo articoli sul periodico L'Industrie!, alcuni di essi sul Messico, e portando a termine la sua più vasta opera litografica: Costumes Civils, Militaires et Religieux du Mexique, stampata da Jobard e pubblicata dal Satanino nel 1828. L'opera contiene quarantotto litografie a colori e in bianco e nero, accompagnate da un testo esplicativo. Il ricercatore e critico messicano Manuel Toussaint lo definì il primo monumento della nostra litografia e Justino Fernàndez, un altro famoso studioso messicano, così si espresse: In realtà possiamo dire, mantenendo le debite propor­zioni, che dopo Humboldt, fu il Linati il quale informò gli europei sugli affari e le circostanze del nostro paese .6)
6) E. O'GORMAN, Docutnentos cit., p. 56.