Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ITALIANI MESSICO 1820-1835
anno <1984>   pagina <424>
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Luciano G. Rusich
Da Londra l'esule italiano si trasferì nel Messico. Per qualche tempo, lavorò con un gruppo d'ingegneri e tecnici, alcuni di essi italiani che, sotto la direzione del cavalier Rivafinoli di Milano,12) erano addetti allo sfruttamento delle miniere di Tlalpujahua, nello Stato di Michoacàn, per conto di una società inglese. In seguito sì stabilì a Città del Messico ove, con il Linati, suo commilitone in Catalogna, e con il poeta cubano José Maria Heredia fondò e diresse El Iris. Dalle pagine di questa rivista partecipò attivamente e polemicamente alla vita politica messicana. Il Galli era anche membro dell'Arcadia, come ci rivela il frontespizio d'una sua pubblicazione: Opùsculo sobre economia turai mexicana (Mexico, Imprenta del ciudadano Alejandro Valdés, 1826, 19 pagine), nella quale si specifica che il suo nome di arcade era Riardo Coroneo.
Lasciato il Messico, nel giugno del 1827, il Galli è di nuovo a Londra investito di pieni poteri dal governo della Repubblica di Centro America (Guatemala) per formare una Compagnia d'Economia Rurale il di cui oggetto principale sia la coltivazione dell'Indaco e della Cocciniglia che possa quindi estendere le operazioni alla produzione di legni pregiati, alle costruzioni navali, allo sfruttamento delle miniere e alla pesca del corallo e delle perle.13) Non sappiamo quale sia stato il destino di questa impresa commerciale. Di certo sappiamo che, nonostante i suoi impegni politici e economici, il Galli trovò il tempo di pubblicare, durante una delle sue lunghe permanenze a Londra, la sua Tabula PhUologica, uno studio generale sulle lingue orientali che fu assai lodato dai linguisti del tempo, primo fra essi il cardinal Giuseppe Mezzofanti, esperto di lingue orientali e Prefetto alla Biblioteca della Pontificia Università di Bologna. Ritornato definitivamente in Italia, ebbe la soddisfazione di veder realizzati quegli ideali per i quali aveva tanto lottato. Morì a Genova nel 1884.14>
Degli esuli dei moti carbonari del 1820-21 che si rifugiarono nel Messico, Orazio de Attellis, marchese di Sant'Angelo o, come più democraticamente si faceva chiamare, Orazio de A. Sant'Angelo, è quello che più a lungo e più attivamente partecipò alle vicende politiche messicane. *5> Il Santangelo era nato a Sant'Angelo Limosano nella provincia di Campobasso il 22 otto­bre del 1774. Acceso giacobino, durante il periodo napoleonico, combattè nelle campagne d'Italia e di Russia negli eserciti della Repubblica Cisalpina e di Gioacchino Murat. Restaurati i Borboni, partecipa ai moti carbonari di Napoli del 1820. È costretto a fuggire in Spagna dove combatte al fianco dei liberali del generale Rafael Del Diego a difesa della Costituzione spa­gnola del 1812. Falliti i moti costituzionali spagnoli, si rifugia negli Stati
12) E. O'GORMAN, Documentai cit., p. 35. Il cavalier Rivafinoli merita una particolare menzione per aver, come dice Lorenzo Da Ponte, invogliato i messicani a imparare e a studiare la nostra letteratura introducendo nel Messico libri e grammatiche... (Cfr. L, DA PONTE, Memorie, voi. II, Bari, Laterza, 1918, p. 63).
J3) Lettera di F. Galli a S. Janer, datata Londra, 21 giugno 1827 <MCRR, Busta XCII/13, 4).
14) UGO IMPERATORI, Dizionario degli Italiani all'Estero (dal secolo XIII sino ad oggi), Genova, L'Immigrante, 1956, p. 136.
15) Le informazioni relative a Orazio de A. Santangelo sono state estratte da L. RUSICH, Un carbonaro molisano cit.