Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ITALIANI MESSICO 1820-1835
anno <1984>   pagina <425>
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Esuli italiani in Messico 425
Uniti, per poi passare nel Messico. Nel Messico fa amicizia con molti membri del governo messicano, tra cui i generali Santa Anna, Guerrero, Bustamante, Teràn, il senatore Lorenzo de Zavala e Io stesso presidente Guadalupe Victoria. È nel periodo della sua permanenza nel Messico che Simon Bolivar convoca il primo Congresso di Panama, con l'intento di formare tra le nuove repubbliche sud americane una confederazione che le ponga in condizioni di difendere la loro libertà contro le mire della Spagna e della Santa Alleanza. Il Messico fu uno dei primi ad aderire a questa iniziativa e tanto vivo era l'interesse che essa aveva destato, che i messicani ne avevano fatto l'oggetto di discussioni sia pubbliche che private.
Nel gennaio del 1826, circolava infatti nel Messico, un opuscolo del­l'abate Pradt intitolato Le Congrès de Panama in cui l'autore suggeriva, ai nuovi Stati americani, le leggi e le misure da adottarsi nel caso di una loro eventuale unione. L'opuscolo venne discusso a casa del senatore Zavala. Il Santangelo espresse l'opinione che il Pradt, prima ancora di pensare alle leggi che le nuove repubbliche avrebbero dovuto adottare nel caso si fossero unite in una confederazione, avrebbe dovuto suggerire loro i modi e i mezzi per difendersi da un'aggressione spagnola, che lui pensava fosse inevitabile. Invitato a mettere per iscritto le sue idee, il Santangelo scrisse in francese Las primeras cuatro discusiones del Congreso de Panama tales corno debie-ran ser che vennero tradotte in spagnolo da Lorenzo de Zavala. Solamente le due prime discussioni vennero pubblicate e ottennero vasto consenso. H governo del presidente Guadalupe Victoria, però, che vide in esse una denuncia agli abusi commessi dalla sua amministrazione e una critica alla sua politica estera nei confronti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, gli ordinò di lasciare il paese.
Stabilitosi a New York, il Santangelo apre una scuola privata per giovanette di buona famiglia e scrive articoli su vari giornali della città. Nel 1832, a causa della peste, si trasferisce a New Orleans, continuando la sua attività di giornalista con numerosi articoli sulle vicende politiche messicane. Da essi risulta chiaro che le sue simpatie sono per i federalisti e, in special modo, per Santa Anna che aveva chiesto l'aiuto del pubblicista italiano perché guadagnasse alla sua causa il favore dell'opinione pubblica nord americana. Dalla corrispondenza scambiata tra Santangelo e il generale Santa Anna, risulta evidente che quest'ultimo si presentava al giornalista italiano come un buon liberale e un sostenitore del federalismo, ben nascon­dendo la sua vera sete di potere. Quando la guerra civile messicana, che aveva visto alternarsi alla presidenza liberali e conservatori, termina nel 1833 con l'elezione di Santa Anna, il Santangelo si trasferisce a Città del Messico. Però, Santa Anna, ora che ha raggiunto il suo scopo, non ha più bisogno del suo amico italiano e si accinge a centralizzare nelle sue mani tutti i poteri e a distruggere il federalismo. Lo accoglie perciò freddamente e con mal dissimulata ostilità, poiché sa bene quanto forti siano il suo amore alla libertà e il suo impegno nella difesa del federalismo. Il Santan­gelo, addolorato dal voltafaccia di Santa Anna, non si perde di coraggio e, il primo aprile del 1835, incomincia le pubblicazioni di un giornale di sua proprietà: Et Correo Atlàntico. w>
16) Una raccolta completa del Correo Atlàntico è disponibile presso la Hemeroteca Nacional de Mexico di Città del Messico e presso la biblioteca della American Antiquarian