Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ITALIANI MESSICO 1820-1835
anno <1984>   pagina <428>
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Luciano G. Rusich
e scrittori famosi, come lo Chateaubriand,20' e che ancor oggi causano meraviglia per l'acutezza e l'accuratezza delle informazioni che contengono. Ritornato in patria dopo lunghe peregrinazioni, morì a Filottrano il 6 gen­naio 1855.
Le osservazioni e le impressioni di viaggio di Beltrarni nel Messico sono contenute ne Le Mexique; i due volumi consistono di tredici lettere indirizzate alla contessa Geronima Compagnoni. La prima è datata Tampico, 28 maggio 1824; l'ultima, Àlvarado, 24 maggio 1825. Le lettere sono precedute da due dediche: una ai sovrani temporali e spirituali (Aux Souverains Spirituels et Temporels), l'altra ai messicani (Aux Mexicains). Nella prima, l'autore ammonisce i regnanti della terra che la sola legittimità non dà loro il diritto di regnare; è necessario che essi regnino con giustizia e che la giustizia regni su di loro. Li esorta quindi a non dare ascolto ai cattivi consiglieri e a concedere la libertà ai loro sudditi poiché è la giustizia che lo impone:
Due cose costituiscono la libertà: la legittimità del potere e la conformità della sua azione con la giustizia immutabile; la libertà, perciò, è la prima legge, la legge essen­ziale della società. Quando dunque il liberalismo domanda la libertà, esso domanda l'ordine; esso domanda ciò che nessuno ha il diritto di rifiutare agli uomini, ciò che Dio stesso ordina loro di volere e di amare.a)
Nella seconda dedica, il Beltrami dichiara di essere venuto nel Messico mosso da sentimenti d'ammirazione per la forza di carattere dei messicani, il loro amore per la libertà, la saggezza delle loro istituzioni repubblicane e il fascino misterioso della loro arte. Il suo scopo nello scrivere Le Mexique è stato quello di combattere le calunnie con le quali l'assolutismo spagnolo ha deturpato la storia messicana, presentando il popolo di questo paese come un popolo abbrutito e corrotto, indegno della conseguita indipendenza e del consorzio civile.22' Per raggiungere il suo scopo, il Beltrami include nell'opera una sintesi eccellente della storia del Messico precolombiano, un'accurata descrizione degli abitanti, degli usi, dei costumi, della geografia, del clima e della flora messicani. E, ancor più importante per Io storico, ci presenta alcuni degli uomini politici più in vista, nel contesto della trava­gliata situazione politica del Messico, nei primi anni della sua indipendenza. In quanto alla storia antica del Messico, Beltrami è dell'opinione che essendo stata scritta, nella maggior parte dei casi, da storici spagnoli durante la dominazione spagnola, essa è colma di errori e di osservazioni e interpre­tazioni inaccurate, imputabili all'ignoranza e al pregiudizio.23) Con questa sua interpretazione della storia dell'antico Messico, egli adotta lo stesso punto di vista di quegli storici messicani che cercarono di riabilitare, agli occhi della storiografia del tempo, la storia dei popoli precolombiani come
20) EUGENIA MASI, Notizie di G. C. Beltrami sugli Indigeni Americani, in Atti del XXII Congresso degli Americanisti, voi. II, Roma, 1926, pp. 685-696. ERNEST DICK, Quelques Sources Ignorées du Voyage en Amérique de Chateaubriand, in Revue d'Histoìre Litte-raire de la France, XIII, 1906, pp. 228-245.
M) Le Mexique cit.. I, p. vi (traduzione dell'autore).
22) Le Mexique cit., I, pp. ix-x.
23) Le Mexique cit II, pp. 88-89.