Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ITALIANI MESSICO 1820-1835
anno <1984>   pagina <429>
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Esuli italiani in Messico
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una valida componente del glorioso passato del Messico indipendente.24) Pieno di zelo, si mise alla ricerca di documenti che contribuissero alla cono­scenza della storia del Messico prima della conquista. Trovò un antico codice che in quattordici quadretti, dipinti su fogli ottenuti dall'agave, narrava la storia dei quattordici re aztechi che governarono il paese prima della venuta degli spagnoli.25)
Seguendo le orme di un altro italiano, Gian Rinaldo Carli, che nel Delle lettere americane (1780) aveva difeso gli indiani delle Americhe dalle accuse di essere, per natura, inferiori agli europei, mosse loro dall'abate Corneille de Pauw nel suo Recherches philosophiques sur les Américains (1768), anche il Bel trami conclude che quest'accusa è falsa e impudente. Secondo lui, dei popoli che senza l'aiuto di strumenti metallici e bestie da soma, sono riusciti a creare un florido commercio, un'industria fiorente, un'agricoltura intensiva, dei centri cerimoniali imponenti e dei veri capo­lavori d'arte in pietra e metalli preziosi, non possono essere costituiti da individui inferiori, per natura, ai popoli europei.26) Il libro conclude con un addio ai messicani che esprime la speranza che la sua opera sia stata d'aiuto nel riscattarli dalle calunnie con le quali i nemici della loro indi­pendenza cercavano di macchiarne il carattere:
Addio anche a voi, popoli da tanto tempo schiavi ma da sempre degni di essere liberi! Addio messicani! Fossa io avervi vendicato delle calunnie dei vostri detrattori, frivoli o maligni, con questa presentazione imparziale e fedele dei vostri usi, delle vostre arti, delle vostre istituzioni antiche e moderne! Possa io aver incluso ai miei auguri e alle mie speranze, l'espressione di qualche utile verità.2?)
Se Beltrami in Le Mexique descrisse ciò che vedeva e apprendeva sul Messico, con il solo proposito di farlo conoscere meglio ai lettori europei, ben più profondo fu l'impegno degli altri esuli italiani i quali attivamente parteciparono alla vita politica messicana. Quando Claudio Linati e Fiorenzo Galli, con José Maria Heredia, fondarono El Iris2 avevano in mente una
24) Per esempio, fra' Benito Maria de Moxó, Servando Teresa de Mier, Carlos Maria de Bustamante, per citarne alcuni che furono contemporanei del Beltrami.
25) Al Beltrami si deve anche il ritrovamento di un commentario alle epistole e ai vangeli domenicali scritto da fra* Bernardino da Sahagun in nahuatl. Sfortunatamente sia il codice che il commentario sono andati perduti; ciò che ne rimane è la loro descrizione in Le Mexique (11, 86-89, 301 e segg.) (II, PP. 172-175) e nella Revue Encyclopédique (Voi. 32, 1826, p. 611). Una copia del commentario con glosse e note di Bernardo Biondelli venne stampata sotto il titolo Evangelarium, Epistolarium et Lectionarium Axtecum (Medio-lani, Bernardoni, 1856). Cfr. EUGENIA MASI, Giacomo Costantino Beltrami e le sue esplo­razioni in America, Firenze, Barbera, 1902, pp. 72-79.
26) Le Mexique Cit., 11. pp. 225-26.
27) Le Mexique cit., II, p. 369 (traduzione dell'autore).
28) Il primo numero de El Iris usci il 4 febbraio 1826; l'ultimo, il numero 40, il 2 agosto del 1826. Nelle Americhe esistono tre raccolte della rivista. Una si trova nella Hemeroteca Nacional de Mexico , l'altra nella collezione Lafragua della Biblioteca Nacional de Mexico, e la terza nella biblioteca dell'Università di Yale negli Stati Uniti. Delle tre raccolte gli esemplari di quest'ultima sono i meno mutilati. In Europa, la Biblioteca Palatina di Parma possiede una raccolta della rivista che appartenne al Linati e la biblioteca