Rassegna storica del Risorgimento

CARTEGGI (GUERRAZZI-MAINERI); GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO LETT
anno <1984>   pagina <439>
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F. D, Guerrazzi e B. E. Maineri
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Ma a livello più intrìnseco il rapporto di Baccio Emanuele con Fran­cesco Domenico datava da un pezzo. Nato a Toirano da ottima famiglia, il 21 agosto 1831, Baccio frequentò un regolare corso di studi presso collegi della Riviera ligure ponentina. Ciò non solo rientrava nella norma, ma era quasi indispensabile per chi abitasse un poco fuori mano, com'era allora l'antica Toirano. Appunto nel Collegio Ghiglieri in Final Marina 6> retto dai Padri Barnabiti e poi nel Seminario albenganese (come alunno esterno) e nel Collegio Oddo di Albenga il Nostro conobbe l'opera del Guerrazzi. Entrò al Ghiglieri decenne nel 1842 e quel periodo rimase indelebile nella sua memoria. Spesso ricorderà la figura del latinista P. Pesce, i metodi d'inse­gnamento, i testi, i volti dei camerati.7) Oppure la vita collegiale, il primo mese di noviziato, e poi quando si prendeva amore ai compagni e ne' superiori sembrava vedere l'immagine di quei della famiglia e la mente si applicava volonterosa alle inusate ore di studio 8> o le meravigliose pas­seggiate. O ancora altre caratteristiche pedagogiche d'allora come la prigione, cioè un bugigattolo di pochi metri dove si rinchiudevano i rei di qualche mancanza. 9>
Sovente è noto i ragazzi apprezzano fenomeni e leggono opere non contemplate nei programmi scolastici o perché sembrano più vicini ai loro interessi o forse perché hanno il fascino della libera scelta o del proi­bito. Baccio Emanuele conobbe tramite i compagni più anziani o in qualche scaffale riservato della biblioteca dei collegi10) i romanzi del Guerrazzi. La Battaglia di Benevento del resto era uscita nell'ormai lontano 1828, L'Assedio di Firenze nel 1836. E non è difficile comprendere l'attrattiva di tali opere sulla mente di un appassionato ragazzino: nel primo romanzo, infatti, il Guerrazzi insieme col romanticismo byroniano, imbastì alla meglio il romanzesco di Walter Scott, l'umorismo di Sterne, il patriottismo profetico e giustiziere di Dante e Foscolo ,n) come dire gli ingredienti tipici del nostro romanticismo. Rappresentano una vera protesta, come scrive il Guerrazzi stesso: Reputai carità adoperare tutti i tormenti praticati dagli antichi tiranni e dal Santo Ufficio ed altri ancora più atroci inventarne per eccitare la sensibilità di questa patria caduta in miserabile letargìa: io la feriva e nelle ferite infondeva zolfo e pece infuocati, la galvanizzava . 12> E il messaggio fu recepito; lasciamolo dire al Maineri: Nessun libro produsse mai effetti più vivi e profondi: fu grido di guerra... tutti ci sen­timmo ardere il petto del santo amore di patria; tutti, allevati nelle scuole dove era delitto proferire il sacro nome d'Italia, fummo scossi dalla voce
6) Ci sia consentito rinviare a G. L. BRUZZONE, Finale: Palazzo Ghiglieri, in II Letim-bro, Savona, 24 aprile 1982.
?) B.E. MAINERi, Ingaunia, Roma, Senato, 1884, pp. 143 sgg.
8) B.E. MAINERI, Mamma ce n'è una sola, Milano, Sonzogno, 1888 (III ed.), pp. 15 sgg.
SO B.E. MAINERI, Liguria occidentale 1877-1893, Roma, Civelli, 1894, pp. 323-334.
io) Le biblioteche dei collegi erano fornite ed aggiornate più di quanto si può pensare.
il) G. TROM DATORE, in Memorialisti dell'Ottocento, I, Milano, Ricciardi, 1963, p. 465.
12) Citata nella premessa di B. E. MAINERI a F. D. GUERRAZZI, Manzoni, Verdi e l'albo rossiniano, Milano, Sociale, 1874, p. 23.