Rassegna storica del Risorgimento

CARTEGGI (GUERRAZZI-MAINERI); GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO LETT
anno <1984>   pagina <443>
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F. D. Guerrazzi e B. E. Maineri 443
lui un Albo celebrativo cui furono invitate a collaborare le maggiori perso­nalità artistiche e letterarie. I più prestigiosi, Manzoni e Verdi, rifiutarono. Guerrazzi allora scrisse: Del rifiuto di A. Manzoni e di G. Verdi a pigliar parte all'albo rossiniano e lo inviò al Maineri affinché lo facesse uscire,37) seccato perché il Guidicini avrebbe preteso di averlo in dono. Nel frattempo costui, rimasto con un palmo di naso e volendo in qualche modo vendicarsi, tornava alla carica: ricevuto dal grande Lombardo nella Villa di Brusuglio ed affabilmente trattenuto per oltre un'ora,38) poteva addirittura leggergli il testo di una propria edizione. Il Manzoni ribadì l'impossibilità a parteci­pare all'Albo sia per essere profano in fatto di musica (e l'affermazione si deve all'estrema sua modestia), sia per la tarda età: e questo è inconfuta­bile. Stando così le cose lo scritto guerrazziano malignetto anziché no era superato: certe espressioni dovevano attenuarsi o modificarsi e anzi ridondare in lode del merito artistico del Mazzoni ,39) dal momento che gli altri aspetti del grande vegliardo non andavano molto a genio al Livor­nese. * Maineri dunque gli rimandò gli scritterelli, dei quali acciacchi e poi la morte improvvisa impedirono una revisione.
Nel febbraio 1874, il nipote ed erede Francesco Michele Guerrazzi,41) certo di non poterlo affidare a persona di animo più gentile di Baccio, così vincolato di riverente affetto , glielo inviava, concludendo in questo modo la lettera accompagnatoria: Ecco, vendi o fa stampare direttamente questo ms. e il prodotto che ne otterrai, offri a nome di F. D. G. al Comitato pel monumento delle cinque giornate. Sebbene morto, voglio che l'illustre zio, per opere patrie e generose, sia sempre vivo; così facendo, so d'inter­pretare i nobili sensi del suo cuore . 42>
Giunge ora a taglio un cenno a un vecchio articolo di Andrea Della Corte43) basato sulle notizie fornite dal Maineri nell'introduzione. Dopo i ragguagli sullo scritto, definito saggio della peggior maniera del Guerrazzi, qui divagante in campo musicale , ne sono rilevate le incredibili digressioni profuse in venti pagine per dire semplicemente che al Manzoni non si dimandava un giudizio tecnico, bensì un'impressione da artista verso un artista. Quanto allo scritto concernente Verdi, il musicologo Della Corte
37) Lettera 27 luglio 1872.
3?) La maggior parte dei galatei antichi e moderni sconsiglia vivamente di prolungare la visita oltre tale periodo, salvo esplicito invito del visitato.
39) Lettera 4 novembre 1872.
*)) Lettere 30 agosto 1873, 30 maggio e 16 giugno 1873.
4D Si dice abbia ereditato un vistoso patrimonio, pare un milione di lire: cfr. Enci­clopedia Popolare illustrata, Roma, E. Perino, s.d. (sed post 1880), sub voce, voi. 14, col. 13275.
<2) Lettera di Francesco Michele Guerrazzi al Maineri, del 15 febbraio 1874 edita in F. D. GUERRAZZI, Manzoni cit.
4 A. DELLA CORTE, Un libello di Guerrazzi contro Verdi, in La Stampa, 4 otto­bre 1923.
**) Il Della Corte fra l'altro sottolinea certe frasi guerrazzianc discutibili dimenticando la correzione maineriana e si meraviglia che Guerrazzi non conoscesse l'iniziativa del Verdi in favore di Rossini {in realtà la conosceva). Noi ci meravigliamo invece che il Della Corte, servendosi di un libro, non citi il curatore B. E. Maineri (si tratta semplicemente non di correttezza, ma di corretta citazione bibliografica).