Rassegna storica del Risorgimento

CARTEGGI (GUERRAZZI-MAINERI); GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO LETT
anno <1984>   pagina <457>
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F. D. Guerrazzi e B. E, Maineri 457
accollo, facciamo i conti e pago lo sbilancio in corrente a favor vostro. Egli allora ricusa
consiglio e urla che vuole le azioni, che ho comprato io, che gliele ho rubate. Io m'intero
a questa parola e dico e sostengo che non darò nulla se il tribunale non pronunzia che
io possiedo le azioni a legittimo titolo. Il tribunale pronunziò secondo le mie richieste.
Siccome questo negozio mi riguardava per interesse del mio nipote genero del Sanna,
quando fu concertata una transazione io diedi tutto al mio nipote, perché cedesse al Sanna
dietro pagamento del suo debito come dopo molto stento fece. Circa alla querela di
diffamazione da me data al Sanna, il Comm. Galeotti mio procuratore, senza mandato,
di suo arbitrio, per procurare quella pace, che non potè conseguire, promise per me
ritirarla e così mi scrisse, chiedendo scusa: mi parve astiro, ma unicamente per non farlo
scomparire dopo non poca esitanza, lasciai correre. Il De Gubernatis per bene informarsi
aveva la sentenza stampata e aveva il Comm. Galeotti persona moderata, e ciò nonostante
onestissima. Siccome più vive che mai durano le quistioni tra Sanna socero e mio nipote
genero; correggendo io torno a sbraciare il braciere; e gli altri amici miei correrebbero
il medesimo rischio. Gli avvocati però si proffersero e il Mangini41) nobil cuore, subito
scrisse quanto qui vede. Spetterebbe al De Gubernatis correggere per benino in senso di
verità, ma io non gli ho scritto, perché mi sento turbato, e parmi a ragione. Mi dicono
avventato, ma quando si tratta di reputazione io vado manzi col calzare del piombo.
Il De Gubernatis non sarà moderato, ma assai mi sembra ape da succhiare umori da
fusciarami moderati. E su ciò non le dico altro.
Vede, ha toccato il corpo alla ranocchia, si lasci assordare.
Affjno amico F. D. Guerrazzi
P. S. Avvisi il Polirti che ha 600 pagine in pronto. Con altre 500 circa sarà finito tutto. Quindi o pigli o lasci, che anch'io ho bisogno di fare i fatti miei. Non pubblichi lettere di mia.42)
XIII ) Livorno, 30 Agosto 1872
Carissimo Signore ed Amico,
La ringrazio della premura che si è data circa al poco discreto procedere del signor Gubernatis, e di ciò basti.
Il Polirti rifrigge quel tanto che già mi scrisse ed io gli confutai: per bene due volte gli ho proposto sciogliere i nostri contratti, ma egli non dà in tinche né in ceci. Per dar sesto per tanto a questa faccenda incresciosa, gli dica che io da capo mi assog­getterò alle sue pretensioni a patto che mi rimetta un suo pagherò di L. 1.500 per la fine dell'anno, e a capo di anno altrettante cambiali di L. 1.000, a 1, 2, 3, 4 mesi scadenza, oltre i 4 mesi non si negoziano ed è indecoroso presentarle. Io nell'anno avrò finito il lavoro, me ne mancano 450 o poche più cartelle.
Quanto al Manzoni io com'io non scrissi mai parola che potesse turbarlo. Se altri scrisse intorno a noi due, incominciando dalla Quarterly Foreign Review del 1828, davvero non ne ho colpa. Io non [ho] stima per Manzoni come uomo, meno come cittadino, ma per cosa al mondo non vorrei che né anco l'aria glielo dicesse; io lo considero come artista, solo artista, e qui non trovo cosa che non sia imitabile e da lodarsi. Vede dunque che in questa parte può rimanere tranquillo, anzi mi dispiace che costà **) amareggino la sua vecchiezza: per me ripeto con San Giovanni 45):
4i) Penso alluda ad Angelo Mangini, il mazziniano genovese nato nel 1829: cfr. M. Rosi, Dizionario del Risorgimento, s.v., Ili, pp. 466467.
42) il p.s. finisce bruscamente così.
43) Originale nella B.S.M.C.; B. E. MAINERI, Giovinezza pei 1882 cit.; TOSCHI, n. 3636.
44) n Maineri, come detto, abitava allora a Milano, come il Manzoni.
43) n San Giovanni evangelista dell'ARioSTO, Orlando furioso, XXXV, stanza 28 (p. 91, ediz. Ricciardi).