Rassegna storica del Risorgimento
CARTEGGI (GUERRAZZI-MAINERI); GUERRAZZI FRANCESCO DOMENICO LETT
anno
<
1984
>
pagina
<
462
>
462
Gian Luigi Bruzzone
buone, e darle le mie che (prima Dio, come dicono i contadini) non sono cattive; però se il corpo si rabbercia lo spirito declina, in virtù della maladetta altalena del diavolo che presiede alla nostra vita; mi ha contristato la morte del buon Valerio, 63) ed ora mi cresce il dolore per sapere l'ottimo Mediana64) in termini di salute disperata; il Musio65) mi scrive spasimante perché gli hanno ammazzato il nepote e la madre per angoscia dopo pochi mesi gli ha tenuto dietro. Anco in casa ho lutto per la subita morte della sorella della mia nepote, moglie del segretario Giordano, rimasta nel primo parto. Oufi È una grandinata. Mi duole altresì dello amico Zini, e se stesse meglio molto mi solleverebbe saperlo: egli mi scrisse essere unicamente offeso di occhi e a lui non iscrivo per non obbligarlo a rispondermi.
Fo' quello che posso, e ormai può essere sicuro che morirò su la breccia; ma i mostri crescono e le morti diradano le nostre fila; e i giovani? I giovani pensano al carnevale futuro, vergognosi che questo carnevale sia passato sì gramo. Non si vergognano tanto per le due Custoze e per Lissa.
Di Polirti non so più nulla: troppa roba abbracciò e le sue stampe cominciano a riuscire fastidiose pei tipi, per le correzioni e per la carta: l'ho avertito più volte, ma egli vie più s'ingolfa in negozi portentosi e pieni di pericolo.
11 signor Colombo mi manda circolare, chiedendo uno scritto. Mi sembra avere fatto assai; io ho bisogno del mio tempo per impiegarlo in prò della famiglia che mi sono messa sopra le spalle: sono quattordici persone, e a questi lumi di luna è bazza se s'impatta battendo il cuoio come i calzolai.
Dunque mi scriva. Le cose vanno a rotta di collo; altri si tapino, io faccio come l'uomo del Basio nel presagio che dopo il tempo cattivo venga il buono. Addio
Aff. F. D. Guerrazzi
XXII66) Livorno, 26 Marzo 1873
Carissimo Mainerì,
la cara sua mi è stata di somma consolazione; mi preme sapere le cause che le partorirono il disturbo; ma poiché il disturbo cessò (e questo massimamente importava) volentieri mi adatto pel rimanente ad aspettare. Il fegato che fu la mia Furia, oggi diventa Erinni, furia sempre, ma dolce per l'uso perenne del tamarindo Brera: tutti ì giorni io ne bevo due bicchieri, s'intende sciolto nell'acqua.
Andiamo dunque innanzi, non fosse altro per la consuetudine. Poco conforto ai vivi la speranza di lode postuma: prima perché può mancare, poi perché cessa presto; pochi la presagiscono, se la presagiscono ciò non significa che il presagio si avveri: finalmente il tempo va d'intorno con la granata e chi spazza a dieci, chi a venti, chi a cento anni. Singolari Omero e Dante, ed anche questi spariranno: due stelle disparvero dalla costellazione delle Pleiadi. Possa sorridere Igea 67) al nostro Zini: glielo auguro di cuore.
Si procuri la Voce del popolo di Napoli del 19 marzo e vi legga la conferenza atrocemente logica per la monarchia del Professor Bovio. 68)
63) Cesare Valerio, combattente e deputato (fratello del più noto Lorenzo), nato nel 1820 e morto appunto il 16 marzo 1873.
64) Filippo Mellana (1810-1874) avvocato di Casale, in politica avverso al Cavour e fedele seguace del Rattazzi,
65) che sia Giuseppe Musio (1797-1876) valente giurista e magistrato?
66) Originale nell'A.M.; due frasi in F.D. GUERRAZZI, Manzoni cit., p. 39, in B.E. MAINERÌ, Adolescenza pel 1874 cit.; TOSCHI, n 3696.
67) Igea figlia di Esculapio e dea della sanità. Può essere che il mito sia stato rinverdito dalla quasi omonima poesia di Giovanni Prati (1814-1884).
68) Penso Giovanni Bovio (1841-1903) letterato, filosofo razionalista e politico repubblicano.