Rassegna storica del Risorgimento

anno <1984>   pagina <468>
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AMICI SCOMPARSI
RICORDO DI RENATO GIUSTI
Renato Giusti non è più tra noi. Il 2 ottobre 1984 è stato stroncato da un male incurabile che da qualche anno lo affliggeva e che egli ha sopportato con grande forza d'animo. Era un uomo schivo e riservato; chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di averlo come collega, ha potuto apprezzare le sue grandi qualità morali e la sua notevole capacità di stu­dioso. Aveva dedicato quasi tutta la sua esistenza allo studio del Risorgi­mento con particolare riguardo all'area veneta e mantovana, portando in queste sue ricerche uno spirito e un metodo che non esiteremmo a definire esemplare per l'apertura mentale con cui affrontava i problemi e per l'accurato e quasi minuzioso lavoro di indagine condotto direttamente sulle fonti. Padroneggiava la sterminata bibliografia riguardante avvenimenti e problemi del nostro processo unitario e si muoveva con estrema sicurezza nel gran mare dei documenti, molti dei quali egli per primo fece conoscere al mondo degli studiosi e dei cultori della materia.
A questa rivista Renato Giusti ha prestato per anni la sua collabora­zione, sia con articoli, sia con recensioni, si può dire quasi in ogni fascicolo e sino agli ultimi giorni di vita. Era nato a Mantova nel 1921, da famiglia veneta; laureato in lettere e in filosofia, aveva insegnato nelle scuole medie superiori e quindi all'Università di Venezia (storia moderna e contempo­ranea), prima come incaricato, poi come titolare. Era socio effettivo del­l'Accademia Virgiliana di Mantova, dell'Ateneo Veneto, della Deputazione di Storia patria per le Venezie e dell'Istituto trentino di scienze storiche. Dal 1952 dirigeva il Museo del Risorgimento di Mantova, da lui riordinato, e curava la pubblicazione della serie di studi Atti e memorie legata all'attività del Museo stesso.
I suoi interessi di storico si sono rivolti in varie direzioni: la situa­zione socio-economica del Mantovano dal 700 in poi, la Repubblica romana del '49, i movimenti operai, l'emigrazione politica, i problemi del Veneto. Testimonianza dell'ampiezza delle sue conoscenze è la bibliografìa sul Lom­bardo-Veneto da lui redatta per il I volume della Bibliografia dell'età del Risorgimento pubblicata in onore di Alberto M. Ghisalberti nel 1971.
Ma qui, più che il professore e lo studioso, vorremmo ricordare l'uomo con le sue qualità: la modestia, la serenità nel giudicare, la probità e l'one­stà. Direi che per tutti quelli che gli sono stati vicino egli è stato un raro esempio non solo di comportamento lineare e di serietà, ma anche e di questi tempi è piuttosto difficile di bontà e di generosità.
GIOVANNI PILLININI