Rassegna storica del Risorgimento
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1984
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Libri e periodici
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non sarebbero sufficienti a farla risorgere . l) Allo stesso modo l'affrancamento delle terre dalle servitù era provvedimento che preso altrove, su uno scenario più dinamico e più ricco di risorse, avrebbe dato buoni frutti (e in Lombardia parzialmente li diede): nell'alto Lazio è impensabile che potesse, esso da solo, favorire un processo di crescita della ricchezza o, ancor meno, innescare la trasformazione dei rapporti sociali e produttivi in senso capitalistico.
Nell'esaminare la situazione del paesaggio agrario dell'Italia centromeridionale in genere e di questa zona dello Stato della Chiesa in particolare bisogna evitare di avere sotto gli occhi il modello dell'Inghilterra: lì la rivoluzione agricola, accesa e favorita da quella industriale, ebbe un andamento che, se sul piano sociale assunse caratteri simili a quelli individuabili nell'Italia di parecchi decenni dopo (schiacciamento della piccola proprietà sotto l'elevato costo delle enclosures, ulteriore espansione del latifondo, sradicamento di un bracciantato non più in grado di trarre i mezzi di sussistenza dallo sfruttamento dei common rights), sul piano economico produsse effetti completamente diversi appunto nel senso di una trasformazione capitalistica proprio per l'accresciuta domanda di prodotti alimentari da parte di una forza lavoro industriale i cui consumi s: erano sensibilmente elevati (e, di riflesso, la necessità di rispondere ad una richiesta sempre più pressante di prodotti della terra fece sì che l'industria agricola reclutasse molti dei contadini colpiti duramente dalla privatizzazione della terra e che, come è noto, non andarono tutti, o almeno non andarono subito, ad ingrossare le file del proletariato industriale). Da noi e in parte anche in Francia quello che in Inghilterra era stato un mezzo divenne essenzialmente un fine: mancando i presupposti e l'impulso della rivoluzione industriale, la liquidazione degli usi collettivi, ben lungi dall'atti vare nuove energie produttive, si limitò a sancire l'appropriazione della terra da parte dell'aristocrazia fondiaria e di una borghesia agraria che di una classe borghese modernamente intesa aveva ben poche caratteristiche. E, da tale punto di vista, vanno condivise le osservazioni di quanti, come ricorda la Caffiero, hanno criticato le tesi classiche che consideravano proprietà contadina e Comunità rurale col suo sistema collettivistico come freni arcaici allo sviluppo del capitalismo (p. 82).
In definitiva, quelle responsabilità della classe di governo romana che sotto certi rispetti, come dimostra la Caffiero, possono essere escluse, sotto altri devono essere riportate in primo piano: la privatizzazione, lo si è detto, si risolse in effetti in una spoliazione, e l'agricoltura non ne trasse nessun vantaggio. Le lunghe e vane battaglie sostenute, agli esordi del pontificato di Pio IX, da un Gennarelli, da un Coppi, da un Del Grande, da un Cosimo Conti, stanno a provare che le voci degli imprenditori che avrebbero voluto e saputo lavorare nella direzione di un più razionale sfruttamento della terra, a Roma arrivavano molto flebilmente. In fondo ogni mutamento poteva -rivelarsi un pericoloso fattore di instabilità sociale e di conflittualità. Ciò che sorprende, e contemporaneamente conferma quanto detto sulla inefficacia di ogni tentativo di soluzione del problema che non si inquadrasse in un piano generale di ristrutturazione del sistema economico, è che l'Italia, per quanto unita a livello di amministrazione, dovette per molto tempo ancora misurarsi con le stesse condizioni e che anzi, paradossalmente, operò non solo nel segno di una sostanziale continuità col regime pontificio riprendendone materialmente i vari progetti di legge ma addirittura con risultati ancor più diluiti nel tempo: basti pensare che quel 30 intorno a cui si erano attestati gli usi civici nel Lazio verso il 1864, una ottantina di anni più tardi, in conseguenza delle resistenze opposte dai Comuni proprietari, riguardava ancora circa il 10 della superficie totale dell'attuale Lazio e che nella sola provincia di Roma, escluso l'Agro Romano, nel 1947 rimaneva soggetto ad usi civici H 22,1 dell'intero territorio (r>p. 113-114): al di là di tutti i mutamenti di regime politico si era mantenuto l'effetto dj quella compresenza di individualismo e di collettivismo economico che aveva così salde radici nella storia agraria del Lazio.
GIUSEPPE MONSAGRATI
0 GIUSEPPE MAZZINI, // papa e la questione italiana, in Scritti, Edizione nazionale, voi. XXXIV, Imola, 1922, p. 273.