Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1984
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pagina
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473
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Libri e periodici 473
abbastanza deludente nonostante l'indubbio interesse per la figura di questo prelato che negli anni avvenire si segnalerà come uno dei più inclini prima alle riforme e poi ad uno sforzo di conciliazione con lo Stato unitario. Le ragioni ce le spiega lo stesso curatore del volume in una lunga introduzione dove sono bene illustrati (e inquadrati nella situazione interna della Spagna dell'epoca) gli aspetti principali della breve missione di Amat e le cause del suo insuccesso. Vari elementi attestano che la missione era nata sotto un cattivo segno: Amat infatti la accettò contro voglia perché, poco sensibile alle prospettive di carriera aperte dalla destinazione ad una sede di prestigio come quella di Madrid che era una delle quattro nunziature di prima classe avrebbe preferito restare a Napoli dove dal 1827 rappresentava il papato. Ma questo era solo l'inizio: due settimane dopo l'arrivo a Madrid Ferdinando VII, al quale l'inviato pontificio aveva appena presentato le proprie credenziali, passava a miglior vita senza avere avuto il tempo di concedere Yexequatur. Il fatto non avrebbe avuto conseguenze se si fosse stati in tempi tranquilli; con l'immediato inizio della guerra carlista, invece, il nunzio si venne a trovare tra due fuochi: da una parte il governo di Maria Cristina che gli chiedeva nuove credenziali, dall'altra Roma che non riconosceva la successione al trono e, schierata dalla parte di don Carlos, rifiutava di procedere alle nomine dei vescovi proposte dal governo per puntellare il proprio potere.
Amat non entrò perciò nella pienezza delle sue funzioni, e questo costrinse il suo predecessore Tiberi a protrarre il soggiorno a Madrid col risultato di costringere alla convivenza due personaggi il vecchio nunzio e il nuovo che non si amavano per niente. Ma neanche dopo il richiamo a Roma di Tiberi (28-5-1834) la situazione migliorò: messo nell'impossibilità materiale di curare gli interessi della Chiesa, Amat dovette assistere passivamente ad una escalation della politica anticlericale del governo spagnolo (con alienazioni e incameramenti di beni ecclesiastici e soppressione di ordini religiosi) cui si accompagnarono, da parte delle folle di orientamento liberale, massacri di frati e distruzioni di chiese, tutte azioni en buena parte provocadas riconosce Càrcél Orti por la beligerancia abierta de clérigos que empunaban las armas, abandonando su raisión evangèlica de paz y concordia entre los pueblos (p. LVII). Era una forma di coinvolgimento un po' troppo pronunziata anche per una Chiesa da qualche tempo abituata a trovarsi nell'occhio dei cicloni rivoluzionari (ad esempio in Svizzera e in Portogallo), e quindi Bemetti si decise nel luglio del 1835 a ritirare il nunzio.
Aveva cosi termine la nunziatura di Amat e iniziava un perìodo di crisi nei rapporti fra Spagna e Roma che si sarebbe protratto fino al 1847 (né si capisce perché nel titolo di questo volume si parli degli anni 1833-1840 quando invece l'incarico di Amat durò fino al 1835); e il fatto che Càroel Orti chiami in causa le responsabilità personali di Amat dicendolo sollecito più dei suoi interessi personali che di quelli della Santa Sede e gli rimproveri di non aver profuso nei suoi dispacci el calor humano, el estilo directo y espontaneo, la sinceridad, la agudeza y penetración de los de Tiberi fino a scorgere en la acción imprudente y interesada de Amat (p. LXXI) le origini della rottura delle relazioni diplomatiche mi sembra alquanto eccessivo, considerato che la situazione che egli si trovò a fronteggiare era determinata da fattori quali lo scontro tra carlisti e cristini e la posizione assunta al riguardo da Roma che nessun nunzio avrebbe mai con ì suoi soli mezzi potuto controllare. Se m quel periodo si verificò quella che Carcel Orti definisce * la persecución mas dura que la Iglesia habia conocido en Espana desde los primeros siglos del cristianismo (p. 359), è molto improbabile che l'iniziativa di un nunzio, per quanto abile e a Napoli Amat aveva dimostrato di esserlo , fosse sufficiente a lenirne gli effetti : non era tanto un problema di stile o di rinunzia ai propri interessi personali quanto di essere posto nelle condizioni di fare il proprio lavoro, cosa che per Amat non avvenne mai. Più centrato sembra il rilievo sulla scarsa possibilità di trovare notizie di sconvolgente novità in questi dispacci, che traggono il loro materiale informativo soprattutto dai giornali madrileni dell'epoca: quasi barricato per due anni nelle stanze della Nunziatura, Amat trasmise a Roma dò che apprendeva dalla ufficiale Gaceta de Madrid e dalla stampa liberale cui al suo arrivo si era diligentemente abbonato; cosi che Bcrnetti, per essere tenuto al conente del significato politico più profondo delle vicende spagnole, di come