Rassegna storica del Risorgimento

anno <1984>   pagina <474>
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Libri e periodici
esse si inquadravano nel contesto internazionale e dei riflessi che potevano avere sulla Chiesa, doveva rivolgersi a Parigi e a Vienna, U che conferma che in tempi convulsi queste due sedi erano il vero asse portante della diplomazia pontificia.
È probabile che a questa lontananza di Amat dai centri del potere madrileno, a questa sua incapacità o impossibilità di entrare in contatto con i giusti canali di informa­zione, vada fatta risalire anche la mancanza di un qualunque accenno nei suoi dispacci alla presenza in Spagna di esuli italiani reclutati a sostegno della causa liberale (e in qualche caso anche di quella reazionaria): una sola volta, nel dispaccio del 3-5-1834, il nunzio parla del ritorno di un contingente di patrioti espulsi nel 1823 e soggiunge che tra di essi è voce che siavi anche qualche italiano (p. 98). Per il resto, buio assoluto: Amat si prodiga nel descrivere le operazioni delle bande carliste e dei corpi più o meno regolari, ma le sue note non vanno quasi mai oltre quell'impressione di superficialità che è tipica della stampa quotidiana. E quindi, in un volume che pure sì segnala per la diligenza con cui il curatore pubblica, annota e trascrive in un italiano sufficientemente preciso anche se non del tutto impeccabile i documenti raccolti, a non funzionare è proprio la materia prima.
GIUSEPPE MONSAGRATI
ANTONIO VITULLI, L'epidemia di colera del 1836-37 in Capitanata; Foggia, Editrice Apulia, 1980. in 8, pp. 103. S.p.
La triste fama delle comete sembra ancora una volta essere confermata. La celebre cometa di Halley compare nei cieli proprio nel 1836, anno in cui il colera arriva in Italia. La letale marcia era iniziata nel 1816 nel Bengala e poi si era estesa a tutta l'Asia fino ad arrivare, nel 1829, in Russia. Su questo nuovo flagello trovano modo di dilaniarsi le varie scuole mediche, così come ci rende noto questo testo: il colera dunque si trasmette per contagio o per epidemia? Quale scuola tra la Browniana, la controstimolista, l'ippocra­tica ha ragione sulle cause e l'origine di un tal malanno? Quanti tipi di colera possono classificarsi? Quali i rimedi da adottarsi? E quali le forme di prevenzione da attuarsi? Figura di spicco diviene ti medico foggiano Vincenzo Raho che nel 1831 con il suo Trattato del Cholera-morbus oltre a dare una spiegazione del fenomeno ( espressione più alta di un'affezione gastro-enterica) propone dei rimedi per curare l'infiammazione. L'autorità sanitaria a Napoli tende ai ripari. Sono del 1831 proprio vari bandi onde prevenire l'arrivo del colera nel Regno. Le navi provenienti dall'Olanda. Belgio, Trieste, Austria, Polonia e cosi via, devono sottoporsi ad un periodo variabile di contumacia ovvero di quarantena; la corrispondenza proveniente dalle zone infette viene espurgata con fumigagioni : viene stabilito un cordone sanitario (mobilitando esercito e marina) per reprimere il contrabbando, cavallo di Troia del malanno; viene stabilita addirittura la pena di morte per la violazione delle disposizioni sanitarie. Ma il colera va a passi lenti e la guardia viene abbassata; nel 1832 il cordone sanitario, di troppo intralcio al commerciò, viene abolito e così gli altri provvedimenti; quando nel 1835 il cholera-morbus supera le Alpi è ormai troppo tardi. In pochi mesi tocca Nizza, Genova, Livorno, Venezia; invano il cordone viene riattivato: nel marzo del '36 Lombardia, Emilia e Anconetano sono colpiti e nel settembre è la volta del Regno dì Napoli. Trani e Rodi Garganico possono contendersi la triste palma di essere i primi centri colpiti. TI Vitulli si sofferma a puntualizzare chi portò il contagio: il marinalo D! Gioia, il Di Benedetto o alcune paranze battenti bandiera francese? La situazione degenera subito e la Commissione Centrale sani­taria della Capitanata (composta dal Raho e dai medici Baculo e La Monica) trova a Rodi 400 casi e 51 morti, oltre che il commissario di polizia e il sindaco fuggiti. La città viene isolata e viene messa in pratica la cura antiflogistica del Raho: salassi larghissimi , bagni in acqua gelida, applicazione di numerose mignatte, nutrizione con larghe dosi d! neve, dieta strettissima. Ma il colera si spande ugualmente e in ottobre tutto il Reame