Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1984
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pagina
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477
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Libri e periodici
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appartenenza; dall'altra chi utilizza la novella naturalista e realista cercando di diffondere l'ideologia del gruppo dominante tra i settori in ascesa della società, come unica via di soluzione per i tanti problemi del paese. Luciano Rusich incentra la sua analisi sul ruolo che i novellisti della generazione dell'80 assegnano nelle loro opere all'immigrante italiano, per pervenire a ... conclusioni valide di carattere documentale sull'immigrazione italiana o sull'atteggiamento di questa generazione verso di essa (p. 55). Molto pertinente l'iniziale sguardo rivolto, sia pure sinteticamente, alla storia dell'immigrazione italiana in Argentina; sintesi che si fonda in maggioranza su dati storici ricavati da opere italiane, come la ben nota Storia dell'emigrazione italiana in Argentina, 1810-1870 di Niccolò Cuneo. La presenza italiana è testimoniata dall'epoca della scoperta della regione del Piata, con i missionari che attraversano l'Oceano al seguito dei conquistatori spagnoli. Troviamo solo sacerdoti e pochi artigiani o professionisti almeno fino al 1810, anno dell'Indipendenza argentina. Portoghesi e Spagnoli sono i soli a superare per numero i nostri connazionali, per i quali ancora non si può parlare di emigrazione nel vero senso della parola. Molto interessante è la precisa distinzione dei diversi periodi del movimento migratorio italiano verso l'Argentina tra il 1810 e il 1870. Risulta chiaramente la stratificazione verificatasi in seguito alla diversa composizione delle successive ondate di partenze. Il discorso può assumere un valore più generale, almeno per quei paesi dell'America latina più interessati al fenomeno. Tra il 1820 e il 1830 lo statista. Rivadavia richiamò in Argentina molti intellettuali di idee liberali reduci dai falliti moti del '20 e '21; e il loro ruolo fu di spinta per le classi che godevano di un livello culturale più elevato. Sotto la dittatura di Rosas (1830-'52) l'accesa xenofobia, diretta in particolare verso le temute intromissioni inglesi nelle questioni economiche del paese, non impedì, anzi incoraggiò l'immigrazione clandestina dalla Liguria. Sono proprio i marinai della estinta Repubblica di Genova a detenere, pur battendo bandiera argentina, il monopolio del piccolo cabotaggio fluviale. Tra il 1852 e il 1861, anno dell'unificazione della Repubblica Argentina, gli immigranti italiani sono nuovi esuli politici oppure commercianti genovesi in cerca di investimenti proficui per i loro capitali. Infine, intorno al 70, all'immigrazione volontaria, che era essenzialmente cittadina, comincia ad affiancarsi quella per reclutamento diretta verso le campagne. Rusich ribadisce a questo proposito un concetto diffuso tra la classe dirigente locale: ... Lo sviluppo economico argentino mise a disposizione del lavoratore italiano quel lavoro che la crisi economica italiana gli impediva di trovare in patria (p. 44). Ma dopo il 1880, con il contributo delle genti meridionali, l'emigrazione italiana diventa un fiume in piena. La massa di persone riversatasi alla fine del XIX secolo sulle coste argentine riuscì a mutare la disposizione della classe dirigente verso l'immigrazione, italiana in particolare ed europea in generale, fino ad allora eccezionalmente favorevole. Per quanto riguarda la * generazione dell'80 Rusich spiega che, nutrendo il sogno di un liberalismo all'inglese , questo gruppo avrebbe preferito l'emigrazione dal nord Europa, specialmente anglosassone. Nelle novelle prese in esame, l'Autore si concentra non sul loro livello estetico, ma sul valore umano e di documentazione. Sono ben undici gli autori, da Eduardo Gutiérrez a Roberto Payró, passati in rassegna attraverso le loro opere da Rusich, il quale conclude che i personaggi italiani sono per la generazione dell'80 il simbolo dell'emigrante in generale, senza connotazione etnica precisa. Questa affermazione però contrasta con quanto si legge, perché in molti casi ritroviamo un'immagine stereotipa dell'italiano pigro, avaro e ignorante, un bruto non solo fisicamente. Ma l'A. (che sottolinea spesso ... i vincoli storici, economici e culturali che affratellano le due nazioni ) assegna tali connotazioni negative all'identificazione immigrante itatianossimmigrazione di massa, problema dei più seri per il gruppo dirigente del paese sudamericano. Da questa considerazione Rusich fa discendere anche la visione superficiale, oscurata dal pregiudizio, comune a tutta la generazione dell'80, incapace di reale comprensione per i problemi di tanti esseri umani sradicati dalle loro realtà originarie. Resta il fatto che l'immigrazione, non solo quella italiana, è vista sempre come un problema e qualche volta come una minaccia (alla purezza della lingua o della razza, non fa differenza). La peggiore considerazione dell'italiano si ha più frequentemente, notiamo con Rusich, nelle pagine degli scrittori appartenenti alla classe al potere. La classe in ascesa dei professionisti è più in sintonia con l'evoluzione della