Rassegna storica del Risorgimento

PECERIN VLADIMIR S.
anno <1985>   pagina <6>
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6 Angelo Tarn borra
alte sfere non ne aveva sentore. Si parlava molto liberamente anche nei nostri circoli militari... . A quell'epoca il giovane Pecerin fece anche un tentativo di propaganda rivoluzionaria e di eloquenza politica , quando si mise a fare un discorso sulla libertà a certi uomini che lavoravano vicino al giardino di casa: tutto fu riferito subito al comando di reggimento; di qui i rimpro­veri della madre, ma con tatto e con modi tali da mostrare chiaramente che essa non era contro la libertà.7)
Il processo e la fucilazione di Pestel', il suicidio di suoi cari amici o la loro deportazione per lunghi anni di Siberia (e fra essi vi furono anche due italiani di origine carbonara, i fratelli Giuseppe e Alessandro Poggio), 8> furono vissuti dal giovanissimo Vladimir come una autentica tragedia perso­nale. Di qui la decisione drastica di trasferirsi a Pietroburgo, giusto all'indo­mani della fallita insurrezione. Questo fatto rappresentò anche l'epilogo della rottura col padre, ormai virtualmente in atto: questi non gli aveva mai perdonato la partecipazione di fatto al moto dei Decabristi e, in particolare, i rapporti molto amichevoli con quel Kessman morto suicida dopo il pronunciamento militare che tanto aveva contribuito a risvegliare in lui i principi liberali.
A Pietroburgo gli anni dal 1825 al 1829 furono trascorsi dal giovane Pecerin in un modesto impiego amministrativo. E qui egli capitò in una varia e strana compagnia di sottotenenti della Guardia imperiale, giovani funzionari, ballerine, giocatori e bevitori, un ambiente gaudente che lo lam­biva solo alla superficie, senza toccare per nulla scriverà nelle memorie la sua vita interiore .
Con l'iscrizione all'Università, nel 1829, egli aveva lasciato alle spalle, senza rimpianti, la sua esperienza di studi all' infame ginnasio di Kherson, dove la sua educazione era stata quella dei rampolli di estrazione nobiliare, cui veniva inculcato che la vita di Corte in tutti i suoi particolari fosse l'ideale più alto al quale ognuno dovesse tendere: nessuno imparava qual­cosa seriamente! Tutto era fraseologia, fantasmagoria, un gettar polvere negli occhi, in una parola, depravazione mentale. Se non vado errato, questo era lo spirito di tutti i licei, scuole e ginnasi a quell'epoca .
Ma anche l'Università dove il primo impatto fu burrascoso, tanto da essere definito come un révolutionnaire dal rettore, un emigrato royaliste francese9* non lo soddisfece: i corsi gli apparvero superficiali, futili, insignificanti . Tuttavia, Pecerin ricevette solide basi in fatto di studi classici dal prof. C. F. Graefe, mentre su un piano generale, di maturazione culturale, filosofica ed anche politica, essenziale fu la sua presenza attiva in un kruìok o circolo di studenti amici, dove serie discussioni letterarie, filosofiche ed anche politiche si mescolavano a gioiosi passatempi. Fra l'insurrezione dei decabristi del 1825 e l'epoca delle riforme degli anni Sessanta i circoli studenteschi svolsero un ruolo molto importante nello sviluppo della vita intellettuale in Russia, nonostante la cappa zarista. Essi finirono per riempire quello spazio che l'insegnamento ufficiale nelle Università non riusciva a
7) tvi, p. 24.
8) Cfr. F- VENTURI, ti moto dei decabristi e i fratelli Poggio, Torino, 1957.
9) E. MAC WHTTE, Wladimir Pecherln, in Studies (Dublino), Autumn-Wlnter 1971, p, 299-