Rassegna storica del Risorgimento
PECERIN VLADIMIR S.
anno
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1985
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pagina
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19
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Vladimir S. Pecerin
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aveva avuto modo di approfondire: in primo luogo Saint-Simon, per arrivare a Proudhon, Fourier e, soprattutto, Babeuf. Come ricorderà più tardi nei suoi Zapiski, era stato impossibile trovare questo libro sacro, questa Cons-piration de Babeufw a Zurigo ... Ma a Liegi, appena mi ero trovato in tasca un franco in più, ero andato in tutte le librerie e con sommo mio entusiasmo ne trovai un esemplare presso un bouquiniste : nulla quanto questa seguita ricerca, questo entusiasmo la dicono lunga sul suo orientamento sociale di ormai matura connotazione populistica, non diversamente da non pochi suoi conterranei, primo fra tutti Aleksàndr I. Herzen.
Ma uno spirito profondamente religioso, ma insieme vivace e attivo e animato dal desiderio di operare nella socialità, non poteva accontentarsi di una platonica e tutto sommato inconcludente adesione a certe idee: PeCerin, che aveva toccato con mano soprattutto in Belgio la miserabile condizione operaia in relazione allo sviluppo in atto della rivoluzione industriale, sentì prepotentemente il bisogno di compiere una ulteriore scelta di vita, quella a favore dei poveri, dei diseredati, dei miserabili. Di qui, coniugando insieme impegno religioso e sofferto orientamento populista, la seconda e più incisiva svolta della sua vita: il suo abbandono dell'ortodossia russa agli occhi suoi, non diversamente da quelli di Caadaev, così inerte, e tutta chiusa nel suo formalismo esteriore, di fronte ai problemi di elevazione sociale per abbracciare il cattolicesimo.
Anche se da Herzen a T. G. Masaryk, a N. Berdjaev esiste una certa unanimità nel legare i non pochi passaggi di esponenti della intélligencija russa dall'ortodossia al cattolicesimo, alla influenza determinante di Caadaev e delle sue Lettres sur la philosophie de Vhistoire, è difficile che questo sia avvenuto per Peerin: egli aveva lasciato la Russia alcuni mesi avanti la pubblicazione della prima Lettera, e nelle memorie o nella corrispondenza non vi è traccia di alcun accenno a Caadaev. La sua conversione fu un processo legato soprattutto alla esperienza intellettuale e pratica in senso occidentalista. Essenzialmente, la spinta fondamentale era giunta a Pecerin dal dilettissimo Lamennais: contro il pieno e completo assoggettamento della Chiesa allo Stato, come in Russia era il risultato di una lunga evoluzione culminata nelle riforme di Pietro il Grande, in Francia e in tutta la società occidentale Lamennais preconizzava l'avvento di una nuova età, fondata sulla piena libertà spirituale, sull'assoluta indipendenza del pensiero e della coscienza dall'autorità politica e dal governo ; e in questo contesto, si trattava anche di riconoscere al cattolicesimo la piena libertà nella sua organizzazione interna e in tutte le sue attività e manifestazioni, mentre la Chiesa stessa, svincolata da ogni servitù spirituale nei confronti dello Stato dell'epoca dell'assolutismo monarchico, avrebbe finito per accettare il metodo delia libertà.39' Lamennais veniva incontro come pochi alle aspirazioni profonde di Pecerin, come si erano venute manifestando sin dal suo affacciarsi, giovanissimo, sulla tragedia decabrista e in relazione al suo polemico rifiuto della formalistica religiosità ortodossa: l'esule russo compie
37) V. PECERIN, op. eh., p. 139. 3) V. PECERIN, op. cit., p. 139.
39) Cfr. G. VEROCCI, Felicitò Lamennais. Dal cattolicesimo autoritario al radicalismo democratico, Napoli, 1963; ID., id. a cura di, L'Avenir 1830-1831, Roma, 1967, pp. xv-xvr.