Rassegna storica del Risorgimento
PECERIN VLADIMIR S.
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1985
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Angelo Tamborra
nos coeurs et nos prières, afin que le temps d'épreuve soit abrégé et que l'orage une foia passe nous fasse voir un brillant soleil éclairant un nouveau ciel et une nouvelle terre .74}
Disancorato dai suoi doveri di predicatore, non senza partecipazione alle vicende politico-sociali irlandesi, Pecerin da cappellano nell'ospedale di Dublino ha dunque maggiore disposizione di spirito per volgersi a considerare le vicende della Russia. Lo fa nei contatti epistolari con esuli come lui, soprattutto gli esponenti populisti Herzen e Ogarév, e il gesuita Gagarin. Ma se Pecerin riscopre la patria lontana di cui auspica il rinnovamento, in quegli stessi anni anche la cultura russa che porremmo definire ufficiale torna ad accorgersi di lui: un fatto che la dice lunga sulla circolazione delle idee, fra i russi colti, dentro e fuori i confini dell'Impero russo. Chi dà il via ad una polemica su Pecerin è il liberale reazionario Michail N. Katkov (1807-1887), che sulle sue Notizie moscovite ( Moskovskie vedomosti) parlando della libertà religiosa in Russia, narra la vicenda di Pecerin, chiedendosi se si debba gettare una pietra su di lui. Contro la tesi, appena adombrata, di un possibile ritorno di Pecerin in Russia si schiera invece M. P. Pogodin, l'esponente slavofilo, vero dominatore della scena intellettuale e politica russa di quegli anni: nel ricordare il successo dei suoi corsi di greco all'Università di Mosca, egli sostiene che in nessun caso Pecerin potesse vivere ed esercitare i suoi compiti di sacerdote in Russia dove avrebbe attirato più proseliti rispetto alla lingua greca.75*
Questo avviene nel momento in cui la spinta slavofilia trovava in Pogodin nuovo alimento in vista dell'unità, anche religiosa, di tutti gli Slavi: essi ebbe a scrivere Pogodin il 25 marzo 1862 nel ricordo sempre vivo di Cirillo e Metodio, fra il 1862 e il 1863 si accingono a festeggiare il millenario della loro alfabetizzazione, della loro cultura cristiana ... Possa un idéntico cuore cominciare a battere in tutti gli Slavi, discordi e combattenti gli uni contro gli altri . E questo ritrovare le proprie radici culturali e religiose in Cirillo e Metodio, apostoli degli Slavi, voleva essere anche una risposta degli ortodossi alle iniziative dell'Occidente cattolico, dove all'ombra delle Litterae ad Orientales di Pio IX del 6 gennaio 1848 grazie ai gesuiti Gagarin, Balabin e Martynov dal 1855 si era avviata a Versailles YOeuvres des Saints Cyritte et Méthode; col consenso del Pontefice e della Compagnia di Gesù questa Opera, nel partire da una azione culturale, avrebbe dovuto avere come fine ultimo quello di fonder des missions pour la conversion des Slaves schismatiques . E proprio Gagarin, intorno a quest'epoca aveva indicato la Compagnia quale l'Ordine religioso che, per le sue tradizioni, meglio poteva assolvere tale compito.76)
74) Bibilothèque slave, Parigi, Archivio Gagarin, Pecerin a Gagarin, Dublino, 18 maggio 1862.
75) E. MAC WHITE, art. eli,, pp. 147-148.
76) M. P. POGODIN, Okruinoe postante k Slavjanam 1862 goda (Messaggio circolare agli Slavi 1862), in Kirillo-Metodievskij Sbornik, Mosca, 1865, pp. 542-546; A. TAMBORRA, L'idea cirillo-meiodiana in Europa nei secoli XIX-XX, in Konstantin-Kiril Filozof, Sofia, 1981, pp. 240-241, 246, con la bibliografia relativa.