Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO SCRITTI
anno
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1985
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pagina
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43
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Uno scritto di Crispi giovane 43
guisa. Io non dirò quanti faccendieri intriganti di borsa siansi cosi arricchiti, e come il fisco, male avvezzo agl'illeciti guadagni di quella gente, non sappia appartarsene . *)
E come non cogliervi pure quel colore di personalissimi ricordi di un fallimento il fallimento dell'Agenzia della quale siamo andati qui occupandoci quando vi si legge:
Non è qui il luogo di ricordare che i bilanci si fanno dal solo Ministero, e che giammai è permesso al profano occhio dei sudditi guardare nel profondo abisso che si chiama regia finanza, la quale non è possibile che si riempia, quantunque grandi fortune vi si versino dentro.2)
In effetti, però, non ci sembra, a guardarvi addentro, che basti a risolvere l'ortodossia della Memoria il solo fatto delle sue immediate finalità di consulenza pratica: forse c'è anche un senso giuridico di fondo che induce Crispi a prendere atto di un tentativo di ammodernamento delle strutture statuali da parte dei legislatori borbonici (e si pensi alla missione che proprio in quel torno di tempo cercava di svolgere in Sicilia il Bianchini). E c'è ancora, è pur vero, una mancanza di lievito rivoluzionario, che non bastano, a sollecitarlo, né l'infilzar l'un dietro l'altro i nomi di Verri, Filan-geri, Genovesi e Gioia, come quelli che in tempi moderni hanno meditato sulle pubbliche venture (p. 7), né l'asserire che nella Sicilia greca c'era un mirare al democratico ... (p. 7).
Comunque, la struttura della Memoria procede ben diritta al suo fine quando il capitolo sull'attualità volge alla sua conclusione: E perché interessa lo Stato raccorre le rendite in un centro si fondò in Palermo la Tesoreria generale, che regolò gl'introiti ed esiti opportuni al governo del-l'dsola (p. 19). D'onde, poi, l'articolarsi di un complesso di strutture amministrative, sulle quali tutte levossi una Corte direttrice, cui dàn esse il conto annuale della gestione (pp. 19-20).
La Memoria che sin qui ha potuto anche toccare la sfera della vanità culturale, con la pubblicazione dei due capitoli storici svll'Oretèo si dispiega, ora, col capitolo Un progetto in appello-programma, che mette l'accento sugli scopi operativi dell'Agenzia generale per il rendiconto dei gestori della finanza, mostrando sia che l'iniziativa risponde ad un'esigenza propria dei tempi (ed a tal fine, forse, cade l'oscuro accenno ad un tentativo di sleale concorrenza), sia che essa offre la disponibilità di una società di avvocati, contabili, e persone istituite nelle lettere e nella finanza e nel diritto universale (p. 23). Quanto all'opera dell'Agenzia della quale intanto, come si è accennato, si indicano nell'avvocato Francesco Crispi Genova l'agente generale ed in Giuseppe Niccolò Chiarchiaro il cassiere si sottolinea, peraltro, che essa costituirà del governo un lucro, perché adiuvata e meglio retta la presentazione dei conti , ma anche un bene degli individui intesi a percepire o dirigere le rendite dello Stato, essendo in Palermo chi piglia cura dell'interesse loro (p. 23).
Invero, di là dal facile richiamo alle leggi borboniche emesse in materia dal febbraio 1818 al 1838 (la prima era stata estesa alla Sicilia di là dal
i) F, CRISPI, Ordinamenti politici delle Due Sicttle (1833), ora in Scritti e discorsi politici, Roma, U.C.E., 1890, p. 183. 9 Ibidem,