Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO BATTISTI; BIBLIOTECA BATTISTI
anno <1985>   pagina <53>
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L'archivio Battisti
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alla vita e alla lotta politica specie quando il nome Battisti fu diretta­mente coinvolto nelle contese elettorali non all'amore e alla venerazione che la città di Trento avesse o non avesse per la figura e la grandezza morale e nazionale di Cesare Battisti. Questa era fuori discussione; e la città di Torento la onorò sempre e in ogni occasione, non solo nella formalità delle cerimonie, ma nella sostanzialità del ricordo e nella cura delle sue memorie e delle sue cose.
Tra queste, prima fra tutte, l'Archivio.
Nel 1968 negli ambienti degli studiosi trentini si ebbe notizia che la famiglia Battisti intendeva depositare presso l'Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia, di Milano, presieduto dal sen. Ferruc­cio Pani, raccolte di giornali e di riviste già appartenenti a Cesare Battisti e documenti, riguardanti però il periodo successivo al 1945, di Ernesta e Gigino Battisti. Che vi fosse anche l'idea e la possibilità che a quell'Istituto fosse trasferito l'intero Archivio Battisti, allora se ne ebbe timore e preoccu­pazione, oggi se ne ha-ragionevole conferma. Il trasferimento ad un Istituto pur così prestigioso e collocato in una grande città sembrava infatti non coerente con l'origine storica dell'Archivio, con la sua connessione con la storia del Risorgimentro trentino, con l'integrazione che gli studiosi avreb­bero trovata in altri fondi archivistici e in altre carte giacenti in Trento presso archivi pubblici o aperti al pubblico.
Ma il trasferire l'Archivio Battisti in altra città poteva anche sembrare una punizione inferta a Trento, in conseguenza di quelle amarezze e delu­sioni che nulla avevano a che fare con l'amore che Trento portava e porta al Martire della sua redenzione.
La prima a sollevare un accorato allarme fu Bice Rizzi, direttrice del Museo del Risorgimento dalla sua fondazione. Socia onoraria dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, intima e fedele amica di casa Battisti, Bice Rizzi interessò il Comitato trentino dell'Istituto per la storia del Risor­gimento che a sua volta non mancò di porre la dovuta attenzione alle sorti dell'Archivio Battisti. Sappiamo ora, dalla nota apposta alla Guida, che l'ac­corato allarme non era infondato. L'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia esprimeva l'auspicio che presso il suo Archivio venissero depositate anche le carte di Cesare Battisti, insieme con le lettere sue e dei suoi corrispondenti a partire dal 1895 e che il riscontro all'auspicio sarebbe stato in qualche modo favorevole .
Si collocano in quell'anno 1968 due interventi presso la dottoressa Livia Battisti, intesi a scongiurare il trasferimento dell'Archivio Battisti a Milano. Il sovrintendente agli archivi della Regione Trentino-Alto Adige, dottor Albino Casetti, e lo stesso sindaco di Trento, dottor Edo Benedetti, presidente del Museo del Risorgimento, nel corso di visite a Livia Battisti espressero il desiderio e l'opportunità che l'Archivio Battisti fosse conservato alla città di Trento e al Museo, e ne ebbero allora risposte tranquillanti.
La donazione si perfezionò molto dopo, quando ormai Livia Battisti era uscita da questa vita. A Lei e al fratello Camillo che provvide anch'egli infine al riordino delle carte, va la gratitudine di tutti gli studiosi.
Ma alla città di Trento che non fu, in queste vicende, né pigra né disat­tenta, non può essere rivolta alcuna censura.
UMBERTO CORSINI