Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO BATTISTI; BIBLIOTECA BATTISTI
anno
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1985
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pagina
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58
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58
Libri e periodici
editori costituisce l'oggetto del recente bel libro di Marino Berengo. Intellettuali e librai netta Milano delia Restaurazione (Torino, 1980). L'autrice ha ben presente l'ampio panorama delle discussioni spesso accese, soprattutto da parte italiana, che, particolarmente in seguito alla pubblicazione dei risultati della ricerca guidata da Francois Furet, col titolo significativo di Livre et société dans la France du XVHI" siede (2 voli., Paris, 1965 e 1970). hanno accompagnato l'avvio della nuova storia del libro, privilegiante appunto il rapporto libro-società rispetto a quello più consueto libro-storia delle idee. Il taglio scelto dalla giovane studiosa si colloca consapevolmente su questo secondo versante: accingendosi a trattare della biblioteca della famiglia dei Simonde, ella esplicitamente raccorda la storia del libro alla tradizionale storia delle idee e tuttavia elementi interessanti sulla fisionomia culturale ed ideologica del patriziato ginevrino di cui i Simonde erano parte non sono qui trascurati in quanto il suo lavoro si propone di ricostruire i titoli che formavano questa biblioteca allo scopo di risalire alla prima formazione e al terreno culturale familiare del giovane Sismondi, non senza l'intendimento di individuare, nelle letture giovanili di questi, possibili anticipazioni degli interessi e degli studi della maturità.
Oggetto dello studio di F. Sofìa è, dunque, l'inventario di una biblioteca composto di 714 titoli, per un totale di più di 1.200 volumi, redatto dal Sismondi stesso, probabilmente nel 1794, dopo il soggiorno della famiglia in Inghilterra (febbraio 1793-aprile 1794), e poco prima dell'abbandono di Ginevra alla volta della Toscana, in seguito alle vicende della rivoluzione e del Terrore ginevrini che colpirono duramente anche la famiglia e i beni del pastore Gédéon Francois Simonde. L'inedito inventario, conservato nel Fondo Sismondi della Biblioteca Comunale di Pescia insieme ad altri numerosi autografi del ginevrino, è pubblicato dall'autrice, insieme ad un'ampia e informata introduzione, a seguito di un meticoloso e filologicamente accurato lavoro di ricostruzione nonostante le indicazioni spesso lacunose contenute nella lista di libri redatta dal Sismondi degli autori, dei titoli, delle edizioni e dei formati, cosicché, delle 714 opere, 703 sono individuate con esattezza mentre solo 11 restano imprecisate. Si tratta di libri che costituivano in realtà la biblioteca del padre di Sismondi e probabilmente non tutta, poiché questi erano i volumi che si trovavano nella biblioteca della dimora di Chàtelaine (altre opere dovevano trovarsi nelle due case di Ginevra e di Chène): tuttavia, nota l'autrice questo elenco costituisce la testimonianza più cospicua della successiva biblioteca del Sismondi (p. 29), sia perché questo fondo, benché privato di 433 volumi posti in vendita nello stesso periodo di tempo in cui fu redatto l'inventario, venne ereditato dal Sismondi nel 1810, alla morte del padre, sia perché non si possiede alcun catalogo completo della biblioteca personale del ginevrino. Questo elenco, perciò, assume un rilievo maggiore di quanto non avrebbe per se stesso, dal momento che esso rappresenta l'unico o quasi indizio in nostro possesso sulla totalità della biblioteca del Sismondi maturo.
Anche se non* si può essere cosi sicuri come appare invece la giovane studiosa del fatto che la biblioteca successiva del Sismondi non potesse che riflettere i caratteri dominanti dell'insieme dei libri compresi nell'elenco, e cioè l'eclettismo e l'apertura verso i più disparati campi del sapere (p. 31), sulla base dell'argomentazione che l'enciclopedismo del fondo ereditato -corrisponde alla versatilità dimostrata successivamente dallo scrittore in diversi settori di studio, rimane tuttavia di grande interesse lo studio analitico di questo documento. Esso infatti, pur prescindendo dal problema dell'individuazione della successiva biblioteca sismondiana, costituisce una testimonianza notevole di gran parte del patrimonio librario posseduto da una cospicua famiglia della Ginevra settecentesca: settecentoquattordici titoli ma probabilmente ancora di più., se si tiene conto delle opere certamente presenti nelle altre dimore costituiscono una cifra di gran lunga superiore alla media dei libri contenuti nelle biblioteche ginevrine, e anche in quelle francesi, dell'epoca.
Una grande biblioteca, dunque, e una biblioteca aristocratica, sia per il numero dei volumi; poiché quantità cosi alte si riscontrano soltanto presso i membri della classe dirigente, sia per gli interessi scientifici testimoniati dai titoli, interessi caratteristici della particolare fisionomia culturale del patriziato ginevrino (p. 36). L'accurata analisi quantitativa effettuata dall'autrice, oltre ad appurare l'origine piuttosto recente della biblioteca e