Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO BATTISTI; BIBLIOTECA BATTISTI
anno <1985>   pagina <61>
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Libri e periodici
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La parte più interessante e caratteristica dell'opera è costituita dalla documenta­zione di carattere economico-sociale, tratta in particolar modo dall'Archivio di Stato di Salerno (atti amministrativi, rilievi catastali, atti demaniali, elenchi degli appartenenti alle varie categorie lavorative, tabelle delle rendite individuali nei diversi periodi, materiale giudiziario connesso ai procedimenti e alle dispute in esame ecc.). Essa, evocando dal­l'anonimato famiglie e protagonisti locali e offrendo la possibilità di raffronti e verifiche nelle varie epoche, permette di individuare dall'interno i meccanismi dialettici della società laurinese in evoluzione nell'Ottocento. Dal punto di vista formale, però, l'abbondanza di termini tecnici arcaici e di nomi di piccole località contribuisce anche a ridurre la scorre­volezza del discorso già notevolmente condizionata dalle numerose sviste tipografiche.
11 quadro generale che si delinea sulla traccia dei documenti non è certo da immagine oleografica. L'elemento catalizzatore delle lotte sociali è la terra, la terra come potere economico e come potere politico: per l'aristocrazia terriera rappresenta la difesa della propria egemonia; per la borghesìa, nella cui sfera è attratto in gran parte anche il ceto artigiano fondamentalmente statico, l'affermazione della propria forza in espansione; per la popolazione agricola il lavoro e la misura della propria redenzione. È una lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi, combattuta sul terreno dell'usurpazione e della violenza prima che su quello della legalità.
Nell'analisi e nell'interpretazione degli avvenimenti l'Autore assume una decisa posizione di netto dissenso nei confronti della storiografia ufficiale (o liberal-borghese ) a cui rimprovera di emettere giudizi di elezione o di condanna sulla base della semplice divisione di campo tra liberali e reazionari . Questa disposizione polemica e anti­conformista si evidenzia, ad esempio, nel ridimensionamento della figura del barone Crescenzo Valente {nobile progressista, esponente di primo piano nei moti del '21 e del '48 e tra i maggiori autori di violenze ed usurpazioni), in quello della cosiddetta batta­glia di Laurino alla fine del gennaio del 1848) in cui una squadra di insorti del Cilento fu sopraffatta dalle truppe regie assedianti il paese) e nella rivalutazione del laurinese Agostino Magli ani. ministro delle finanze durante i ministeri Oepretis: generalmente accu­sato di finanza allegra egli, sostituendo al concetto dell'annualità del pareggio del bilancio quello della pluriennalità e giustificando il deficit temporaneo, sarebbe stato un precursore della teoria keynesiana dei "deficit spending", per la quale l'aumento della spesa pubblica, attraverso l'emissione di debiti, sarebbe in grado di sostenere il livello della domanda (p. 245).
Il motivo di fondo del libro è la concezione del popolo come centro della storia e, nel caso specifico, depositario di una sua verità che avrebbe dovuto essere recepita e fatta propria dalle classi che si proponevano di coinvolgerlo in un disegno di rinnova­mento: Questo ceto dirigente non comprese, e non poteva comprendere, che non era esso che avrebbe dovuto "scegliere il popolo", ma al contrario, era il popolo che doveva saper scegliere (p. 53). L'imputazione, che intende rendere ragione della scarsa adesione della popolazione rurale ai vari moti di ispirazione liberale, è rivolta sia all'aristocrazia progressista che alla borghesia nelle cui mani passò dal '48 l'iniziativa politica in Laurino. Le riserve più nette non riguardano la prima a cui, anzi, non mancano notevoli ricono­scimenti: la presenza di un respiro culturale di impronta liberale e liberista che usciva dall'ambito provinciale e spingeva, nonostante la sottrazione di parte delle terre ai nobili, a preferire la politica economica del decennio francese a quella più ristretta e arretrata del Borbone; il proposito intelligente e non classista , seppure dettato da ragioni di mantenimento del potere, di pervenire ad un salto di qualità nella gestione economica e finanziaria dello Stato e di proporsi come classe dirigente, fiore all'occhiello di una costituzione . favorendo una piccola e media proprietà (in rapporti più avanzati di conduzione della terra) e promovendo la crescita In generale della società civile (p. 41); 1 "acquisizione di indubbi meriti nel corso del processo risorgimentale. La vera accusata è la borghesia, secondo una prospettiva di chiara matrice marxista. Tra i vari addebiti che le vengono mossi sono particolarmente sottolineati: la ristrettezza ideologico-politica di classe che la portava alla diffidenza verso il popolo e alla incomprensione delle vere istanze di esso; l'ambiguità della sua proposta che, escludendo il popolo dalla gestione